Mandello: nuovi orari
Sciopero alla Carcano
La decisione della Carcano di Mandello di ripianificare gli orari di lavoro non è stata accettata dai 300 dipendenti che, da una settimana, hanno avviato uno sciopero a singhiozzo, incrociando le braccia due ore al giorno.
Alla Carcano, che ha due sedi produttive, una a Mandello, l'altra a Delebio, è così dal 1992, da quando azienda e sindacato hanno firmato un accordo sull'orario di lavoro, divenuto storico, distintivo e unico nel suo genere.
Mentre in Italia c'è Sergio Marchionne, che per raggiungere lo stesso obiettivo di orario si è ritrovato contro metà dei dipendenti, il management della Carcano ha deciso unilateralmente di stracciare questo accordo, perché vorrebbe lavorare a ciclo continuo. Infatti, se si sommano tre intervalli lavorativi consecutivi di sette ore e dieci minuti, si arriva a un ciclo produttivo di 21 ore e mezzo. Ciò significa che facendo tre turni, non si riesce a garantire la continuità produttiva delle macchine per due ore e mezzo, quindi gli impianti devono essere spenti e la produttività dei macchinari non è pienamente performante.
L'azienda non utilizza sempre i tre turni di lavoro, lo fa solo quando viene richiesta la massima produttività e vorrebbe, in quei momenti di maggior intensità produttiva, migliorare le performance, senza incidere sui diritti consolidati dei dipendenti e sui tempi destinati alle pause.
La decisione dell'azienda di ripianificare gli orari di lavoro (senza ridurre le pause, ma solo modificando il piano orario) non è stata accolta positivamente dai 300 dipendenti che per vent'anni sono stati abituati a lavorare in un certo modo e ora vivono il cambiamento come un piccolo trauma. Per questo, da una settimana, i lavoratori hanno avviato uno sciopero a singhiozzo, incrociando le braccia due ore al giorno e così creando non pochi problemi alla quotidiana attività industriale e produttiva della Carcano.
I sindacati criticano la decisione dell'azienda: «Non siamo noi ad aver scelto lo scontro - dicono Vittorio Cantoni della Fim e Tore Rossi della Fiom - ma loro, che hanno stracciato unilateralmente un accordo storico. Siamo consapevoli che l'attività a ciclo continuo garantisce una riduzione dei costi e una massimizzazione dei profitti, tuttavia riteniamo che in Carcano ci siano ben altre questioni da discutere», perché, a detta delle rsu, ci sarebbero altri sistemi per migliorare la produttività.
«Vorremmo parlare dei sistemi qualitativi, degli sprechi, degli scarti e dei macchinari - continuano i sindacalisti -. Riteniamo sia opportuno intervenire su questi punti, anziché concentrarsi solo sul cambiamento dell'orario di lavoro. Tra l'altro abbiamo calcolato che un cambio nella gestione dell'orario di lavoro rischia di ridurre ulteriormente la capacità produttiva dell'intera azienda. Ci chiediamo inoltre se giuridicamente è consentito a un'impresa modificare in modo unilaterale il consolidato orario di lavoro, applicato negli ultimi vent'anni. Attendiamo un segnale di disgelo dall'azienda, non appena quest'ultima tornerà sui suoi passi, ripristinando l'accordo sull'orario, noi saremo disposti a sederci a un tavolo per discutere con loro come rendere più efficiente e produttiva la Carcano».
© RIPRODUZIONE RISERVATA