Mandello: niente cassa
per i dipendenti Redaelli
Niente cassa integrazione in deroga per i 79 ex dipendenti del vellutificio Redaelli: troppi ostacoli burocratici e finanziari rendono difficile il sostegno economico di questi lavoratori che saranno licenziati entro l'8 giugno ed entreranno in mobilità.
I sindacalisti Lorena Panzeri (Cgil) e Massimo Ferni (Cisl) hanno incontrato i 79 lavoratori ancora in organico all'azienda e li hanno informati della brutta notizia.
I commercialisti Maria Grazia De Zorzi ed Eliana Scola, cioè i due curatori della procedura concorsuale al Tribunale di Lecco, hanno analizzato la richiesta di una proroga dell'ammortizzatore sociale, passando dalla cig straordinaria (che scadrà il 7 giugno) alla cigs in deroga, riscontrando numerosi ostacoli burocratici, amministrativi, nonché un peso economico non indifferente che la società Redaelli in concordato dovrebbe affrontare per garantire la cassa integrazione in deroga e che attualmente non è in grado di sostenere.
«Per queste ragioni abbiamo spiegato ai 79 lavoratori ancora in carico alla Redaelli che molto probabilmente non ci sarà un'altra copertura sociale per loro e che dall'inizio di giugno scatterà la mobilità - spiega Ferni - abbiamo già spiegato ai dipendenti qual è l'iter da intraprendere».
Un dramma, non solo per le quaranta persone che a distanza di un anno non sono riuscite a trovare un altro posto di lavoro, ma anche per quanti erano riusciti a trovare un'occasione occupazione in distacco, quindi avvalendosi delle agevolazioni della cassa integrazione avevano iniziato a collaborare con un'azienda. Dovranno terminare il loro rapporto di lavoro in distacco, rientrare nel percorso di cassa integrazione, accedere alla mobilità e sperare che l'azienda in cui avevano iniziato a lavorare abbia l'intenzione e le possibilità per assumerli.
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