Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 17 Novembre 2016
«Mancano ancora tredici capi
La caccia ai cervi è servita»
Dazio: secondo il presidente del Comitato Marchesini il numero di cervi abbattuti ha ridotto i problemi alla Colmen.
Mancano 13 capi per raggiungere il numero massimo di cervi da abbattere e «gli effetti della selezione cominciano già a farsi sentire», sostiene Enrico Marchesini, presidente dei cacciatori della Bassa Valle. Oggi altri cacciatori scelti dal Comprensorio alpino di caccia del Morbegnese si sposteranno sulla Colmen, l’area che si trova nel comune di Dazio e così faranno sino al primo dicembre per tenere a bada una popolazione di cervi che ha raggiunto proporzioni capaci di preoccupare proprietari agricoli e automobilisti. Tanto da indurre la Provincia - ente che ha competenza in materia - a rimodulare il Piano faunistico provinciale introducendo la caccia selezionata agli ungulati sulla Colmen. «A mio giudizio le ripercussioni di questa scelta si vedono sin da ora - precisa Marchesini -, gli animali sono sparsi sul territorio, quindi si muovono di meno in gruppo alla ricerca di cibo, che viene così meglio distribuito, in questo modo c’è maggiore dispersione degli animali in discesa e soprattutto dall’avvio della selezione non si sono più verificati incidenti stradali in prossimità della Colmen».
L’abbattimento dei cervi, che è consentito soltanto il giovedì, è incominciato il 13 ottobre, terminerà il primo dicembre di quest’anno e il numero massimo di capi da abbattere è 50. «In totale da oggi al 1 dicembre devono ancora essere selezionati 13 capi - aggiunge il presidente del Comprensorio alpino di caccia -. Visto poi che non è prevista la caccia in Valmasino, in questo periodo i cacciatori sono concentrati in questa zona. E ricordo che prima di diventare cacciatore si devono superare delle prove, si corrispondono tasse regionali e locali. Mi chiedo invece - dice ancora Marchesini riferendosi alle polemiche di questi mesi sulla caccia alla Colmen - che titolo bisogna avere per essere ambientalisti, bisognerebbe almeno pareggiare i conti sotto il profilo degli esami da superare, perché solamente in questo modo, forse, si capirebbe come gestire una popolazione di cervi simile e si giustificherebbe meglio la nostra attività. Ricordiamo poi - conclude il presidente dei cacciatori - che non parliamo di mattanza, stiamo portando avanti una caccia selezionata, non certo la decimazione degli ungulati che continueranno a vivere sulla Colmen. Sono anni che lottiamo per cercare di risolvere una problematica che va contenuta, quando si arriva a un numero di animali pari a cinque volte rispetto a quello che la Colmen può ospitare, è d’obbligo intervenire e chi pensa a tutelare il territorio?».
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