Maltempo, partenza a rilento per il turismo in provincia di Sondrio. «Ma resta l’ottimismo»

Si scrive “maltempo”, si legge “partenza a rilento” per il settore del turismo in provincia di Sondrio. «È chiaro: se piove, la gente non si muove. La combinazione di acqua e freddo – e, in alcuni casi, pure della neve – ha penalizzato la primavera e l’avvio della stagione estiva», spiega Gigi Negri, direttore del Consorzio turistico Media Valtellina-Tirano.

«In particolare, ne ha risentito il tradizionale cicloturismo di maggio-giugno, che richiamava in Valle veramente molti stranieri. Si trattava – e si tratta tuttora – di un turismo importante per il nostro territorio, differente della sempre più classica vacanza mordi-e-fuggi. Le previsioni costantemente brutte, però, hanno frenato gli appassionati della bicicletta». In più, anche il prolungamento della chiusura di tratti dei passi alpini ha ostacolato il settore.

E, si sa, «quel che è andato perduto, è perso completamente. Però, lo stesso sono ottimista per il prosieguo della stagione». Stagione che, a detta di Negri, ha tutte le carte in regola «per confermarsi ottima, sull’onda delle precedenti estati in provincia. A mio avviso, lavoreremo bene nei fine settimana di luglio, per poi dare il massimo ad agosto, in concomitanza con le ferie dei lavoratori».

Soffermandosi in particolare sulla Media Valtellina, area che il direttore del Consorzio turistico conosce a menadito, si può confermare «il grande richiamo legato al Trenino rosso del Bernina. È il mezzo che, forse, attira più di tutti nella zona del Tiranese. Al momento è ancora legato a un turismo di una giornata (o, al più, di una giornata e mezza)».

In questo senso, tuttavia, per Negri «il turista ideale è colui che sceglie di stare in provincia almeno tre giorni». Niente formula mordi-e-fuggi, come si diceva, ma una permanenza più prolungata: per farlo, però, «è necessario diversificare l’offerta, alzare il livello e dare più servizi».

È l’unica soluzione, in effetti, che si può pensare di intraprendere «per fare del turismo in provincia di Sondrio – che tutti, nel resto d’Italia, ci invidiano per le potenzialità immense che abbiamo – un settore sempre più forte e decisivo per l’economia locale», aggiunge. «Non dobbiamo avere paura di alzare il tiro e offrire maggiori possibilità ai nostri turisti: solo così i turisti saranno invogliati a rimanere più tempo in Valle», con evidenti ricadute positive in tutti i settori economici.

«Davvero, abbiamo un territorio straordinario sotto tutti i punti di vista, a partire dalla natura, assolutamente unica, tra i sentieri in montagna e l’Adda perfetta per gli sport fluviali. E poi l’arte e la cultura, con palazzi e chiese che rappresentano veri e propri gioielli. Chi raggiunge la nostra zona ne rimane incantato, mentre noi, spesse volte, non riusciamo a renderci conto fino in fondo delle potenzialità».

Ci sono altri due canali su cui puntare sempre di più, sempre secondo il direttore del Consorzio turistico tiranese. «Innanzitutto, i contatti con la vicina Svizzera, una nazione qui al confine sia con Tirano, sia con Chiavenna. Basta davvero poco per potenziare l’ambito della promozione in questo senso».

Infine, per alzare l’asticella «bisogna entrare nell’ottica di lavorare sempre di più con il Lago di Como: può diventare ancor di più una grande risorsa per il turismo valtellinese e valchiavennasco. Se si pensa ai flussi consistenti di turisti che raggiungono, ormai in tutte le stagioni, le località più note da Varenna a Colico, si capisce perfettamente come provare ad allargare i nostri confini territoriali potrebbe essere un vantaggio enorme anche per la provincia di Sondrio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA