LECCO
Incastrati con l’auto in via Porta. Sono le 15,30 quando due anziani signori, a bordo di una lussuosa Audi Quattro nera, si infilano, con tutta probabilità mal guidati dal navigatore satellitare della loro vettura, in via Carlo Porta. Pochi metri più in là, però, poco dopo il ponticello che porta al retro di Casa Don Guanella, quando pensano di essersela cavata, ecco il lampione dell’illuminazione che impedisce loro di andare avanti. A quel punto cominciano a preoccuparsi veramente. La gente, tra l’altro, ben poca comprensiva, inveisce contro l’auto, pensando di trovarsi davanti ai soliti “prepotenti” a quattro ruote.
Ci sono momenti di agitazione, di invettive, poi i pedoni capiscono che i due signori hanno semplicemente sbagliato strada, non facendo alcun caso del cartello che, all’imbocco di via Porta, segnala come pedonale il tracciato. Tornare indietro? Non ce la fanno proprio. Si ritrovano i due specchietti praticamente stretti tra la ringhiera sul Caldone e il muro in pietra. Sono all’impasse più totale. Sono sudati e anche molto preoccupati. La gente, come detto, non li aiuta. Chi ride, chi riprende con il telefonino, chi insulta, chi vuole passare senza capire che per farlo bisogna salire sul cofano della vettura. Alla fine, dopo un quarto d’ora di assoluto immobilità dell’autovettura, due stranieri di origine kosovara, prendono la situazione in mano: uno chiede ai due anziani se possa mettersi al volante. L’altro da fuori dà indicazioni e fa, al contempo, il vigile con la gente che non ha la minima pazienza. Quello al volante, non senza enormi difficoltà, fa muovere la macchina di qualche metro all’indietro.
Quindi la soluzione: piano piano l’Audi viene portata fino al ponte ferroviario. Da lì altri momenti di concitazione perché la strada segue un avallamento prima di allargarsi sotto il ponte. Ma oramai il più è fatto. Dopo circa tre quarti d’ora, l’auto in retro arriva ai parcheggi ed esce dal budello in cui si era cacciata. n
M.Vil.
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