Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 12 Marzo 2017
«Malati oncologici, diffidate dei guaritori»
Inequivocabile il messaggio lanciato durante il convegno di Univale dedicato alle nuove terapie. Gabriele Bordoni: «Sostenere noi significa aiutare chi sta male e le loro famiglie. Oggi di cancro si può guarire».
Generano sempre grande interesse, anche tra i comuni cittadini, gli incontri pubblici sui problemi della salute e della malattia. Come già nell’incontro sull’alzheimer, tenutosi tempo addietro, anche nel pomeriggio di ieri la sala Vitali era gremita per seguire il convegno “Le terapie oncologiche tra presente e futuro”. Queste patologie, infatti, sono molto diffuse e, in non pochi casi, la disperazione per situazioni drammatiche può far emergere la tentazione di non seguire le evidenze scientifiche, ma di affidarsi a personaggi equivoci, che elargiscono promesse mirabolanti.
Con questa premessa, ha aperto gli interventi il dottor Gabriele Bordoni, presidente di Univale (che opera a favore dei malati e dei loro familiari), il quale ha colto l’occasione per presentare l’attività di questa benemerita associazione, che opera in provincia da 27 anni. Un’iniziativa promossa da medici come Santino Mainoli e Albino Muffatti con il dichiarato scopo di mettere al centro il malato oncologico, la sua famiglia e anche le sue reti relazionali. La persona malata è fragile e l’Univale ha sintetizzato in quattro “A” i suoi principi: accoglienza, assistenza, aiuto e ascolto. La collaborazione con altre associazioni, come per esempio AIL, Admo, Lilt e Avis in questi anni ha dato buoni risultati. Ma si può e si deve fare di più. «Abbiamo bisogno di altri volontari e di fondi – ha affermato Bordoni –. Per questo faccio appello ai presenti affinché vogliano prendere in considerazione di entrare a far parte della nostra associazione o sostenerla, anche attraverso la destinazione del cinque per mille».
La prima relazione “Certezze terapeutiche e prospettive future in campo ematologico” è stata svolta dal professor Andrea Biondi, direttore del Dipartimento di Pediatria di Milano Bicocca. Un intervento dotto e appassionato da cui è emerso come il perfezionamento delle terapie di supporto abbia fatto crescere fino all’80%-90% i casi di guarigione da leucemie tra i minori. A partire dal nuovo secolo, il sequenziamento del genoma ha permesso di arrivare a una maggiore comprensione delle malattie, in particolare dei tumori. «Non affidiamoci però ai santoni che propongono cure alternative e ingenerano illusioni, non inseguiamo sirene – così ha concluso –. Per la prima volta nella storia ci troviamo di fronte a strategie nuove per combattere i tumori. Certo, nella mia lunga storia professionale ho ottenuto vittorie e sconfitte, e queste mi pesano. Però ci sono i presupposti per credere che si stiano profilando nuovi orizzonti. Guarire di più è una sfida, l’altra è quella di rendere accessibili le terapie, oggi molto, troppo costose. In Italia abbiamo una sanità per tutti, ma fino a quando reggerà il sistema? Non è quindi inopportuno pensare che, un domani, solo una maggiore solidarietà potrà far fronte alle sfide che la malattia continua a porci».
Il dottor Matteo Doglio, ricercatore presso l’Università Vita e Salute, ospedale S. Raffaele di Milano, ha poi parlato dei nuovi orizzonti terapeutici in oncologia: i progressi sono innegabili, ma la ricerca non deve mai stancarsi di procedere. Il dottor Momcilo Jankovic, ematologo e pediatra ha svolto il tema: “Il rapporto medico-paziente: non solo tecnica”. Ha chiuso la serie degli interventi la dottoressa Federica Forni, psicologa e psicoterapeuta che ha parlato su “Quale terapia? Le difficoltà di una scelta condivisa”. Ha coordinato il dibattito e ha chiuso l’incontro il dott. Mario Fiumanò, ematologo e oncologo.
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