Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 21 Marzo 2021
Maestri di sci soddisfatti
«Primo passo, ora i soldi»
Riconosciuti come attori primari del comparto turistico
Stampa: «Per valutare i benefici effettivi bisognerà aspettare un mese»
Scuole e maestri di sci chiedono attenzione e finalmente qualcosa si muove. Sono 700 i milioni in arrivo per le zone di montagna colpite dalla chiusura degli impianti. Lo stanziamento è previsto nell Decreto Sostegni licenziato venerdì dal Consiglio dei ministri. Le risorse confluiranno in un fondo presso il Mef e saranno ripartite in base a un decreto del ministero del Turismo (da emanare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del dl sostegni): per il 70% andranno alle attività dei Comuni montani che nel 2019 abbiamo registrato presenze turistiche di 3 volte superiori al numero dei residenti e per la parte restante agli altri Comuni, ai maestri e alle scuole di sci.
«Siamo contenti che, finalmente, questa misura comprende anche noi, identificando la nostra categoria quale meritevole di ristori che fino ad ora non sono mai stati stanziati – commenta Luciano Stampa, presidente dell’Associazione maestri di sci italiani (Amsi) Lombardia e direttore della Scuola di sci e snowboard di Aprica, che conta una cinquantina di maestri -. Invece, per valutare quale potrà essere il riscontro effettivo occorre attendere il Decreto previsto tra circa un mese».
Periodo difficilissimo
Ancora non si sa, quindi, cosa comporterà nello specifico il Decreto Sostegni per questa categoria, ma certamente quello recente è un passo avanti. «L’inserimento della nostra categoria tra quelle che potranno beneficiare di ristori è un passo avanti - conferma infatti Stampa -. In provincia parliamo di tante persone e famiglie che, come certo altre, si trovano in grave difficoltà. Speriamo che i fondi stanziati basteranno a far tirare il fiato, ma attendiamo per capirne l’entità. Certo, le risorse a disposizione non sono tante, speriamo che ad aprile si potrà aggiungere qualcosa ancora».
Intanto Stampa si aspetta che venga attivato un tavolo di lavoro in merito e che possa comprendere, appunto, anche scuole e maestri di sci.
«Ne abbiamo bisogno per far comprendere le nostre specificità - spiega -. La nostra, infatti, è un’attività particolare, anche a livello di riconoscimento aziendale e fiscale, quella del maestro di sci è una figura a sè identificata in una specifica legge nazionale, con inquadramenti fiscali particolari e diversi tra loro. C’è, ad esempio, il maestro di sci libero professionista con partita Iva, le scuole e i maestri che, invece, fanno riferimento alle scuole e non hanno partita Iva, inglobati spesso come singoli soci. Le scuole sono vere e proprie aziende, quella di Aprica conta una cinquantina di maestri, quella di Livigno oltre cento, eppure non possono essere iscritte in Camera di commercio, hanno una posizione fiscale diversa. E chi fa le normative deve conoscere queste peculiarità, il legislatore non può emanare una norma generica, ma entrare nello specifico della nostra realtà».
Un grosso aiuto
Ed è qui che si trova la maggiore difficoltà. «In questo senso un grosso aiuto ce la sta dando la consigliera regionale Simona Pedrazzi - conclude Luciano Stampa - a cui va il mio ringraziamento. Speriamo di riuscire a far capire le specificità e le difficoltà della nostra categoria, ormai ferma da un anno e che, se tutto va bene, potrà tornare a lavorare a dicembre».
«Quanto previsto nel Decreto è un ottimo risultato, certo è che deve essere adeguatamente sostenuto con le giuste risorse all’interno della dotazione dei 210 milioni come previsto nell’articolo 2. Per questo chiediamo da subito ai ministeri coinvolti nella ripartizione del fondo, di essere coinvolti così da ribadire, spiegare e sostenere la nostra proposta, già inviata al governo Draghi, nella quale evidenziamo che ai maestri di sci è stato impedito di lavorare per un anno intero e non lo potranno fare di regola, fino al prossimo dicembre».
Così ieri Maurizio Bonelli, presidente dell’Associazione maestri sci italiani, e Giuseppe Cuc, presidente del Collegio nazionale, hanno commentato il contenuto del decreto sostegni.
«Non solo la ripartizione del fondo dovrà adeguatamente considerare questi due anni di interruzione ma dovrà essere congrua, omogenea, progressiva e unitaria nel metodo e su tutto il territorio nazionale», spiegano.
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