M88, l’orso che ha scelto di vivere sulle Orobie

Non è la prima volta che un orso sverna in provincia di Sondrio, perché era già accaduto in passato con JJ5 nel 2007 e poi, fra il 2013 e il 2015 con altri esemplari, sempre maschi, in quanto non ci sono femmine sul territorio provinciale allo stato attuale, ma M88, l’orso che si aggira in questi giorni fra Piateda, Caiolo ed Albosaggia, sembra trovarsi particolarmente bene sulle Orobie.

É in zona dal 2022, ci ha dormito nell’inverno 2022-2023 e anche in quello appena trascorso. E si è risvegliato ancora in mezzo alla neve, particolarmente affamato, tant’è che ha già effettuato tre predazioni attaccando un recinto di capre a inizio aprile ai 1220 metri di Agneda, in Val Venina, sopra Piateda, e due apiari, uno recintato per cui ha potuto danneggiare una sola arnia, ai Bricioli di Caiolo, a 750 metri di quota, a fine aprile, e uno l’8 maggio scorso in Val Livrio, ad Albosaggia, ad alta quota. Un apiario, questo, non recintato, mentre il proprietario aveva invece provveduto a recintare quello a quota più bassa. I danni ci sono, perché si parla di due capre morte, una perché direttamente predata, l’altra in seguito alle ferite riportate, e una dispersa, di un’arnia predata e di un apiario distrutto, per cui dal Servizio faunistico provinciale è giunto il caldo invito a tutti i possessori di animali della zona a prestare la massima attenzione alla loro protezione. Che funziona solitamente molto bene sugli apiari, perché in caso di scossa l’orso si ritrae immediatamente, anche se, il recinto delle capre, M88 è riuscito a dribblarlo ed ha prelevare una preda di almeno 50 chili. Una presenza monitorata, come c’è attenzione sulle altre due rilevate lo scorso anno in provincia di Sondrio, un orso in Val Masino, mai avvistato, ma che, però, ha agito su alcuni ovini, e un orso nella zona alta fra Sondalo e Valdisotto avvistato dal personale del Parco nazionale dello Stelvio, ma che non ha fatto alcun danno.

«Questi animali ci sono, girano - dice Piermario Pollieno, comandante della Polizia provinciale di Sondrio -, e anche se non sono aggressivi con l’uomo, mi sento di consigliare sempre di tenere un comportamento prudenziale. E di non andare in giro da soli. Meglio in due o anche tre o quattro persone, perché se l’animale avverte la presenza di più persone scappa e scompare alla vista, perché teme l’uomo, ma non abbiamo certezza del comportamento nel momento in cui si trova di fronte ad un uomo solo». Pollieno non teme tanto i mesi clou della stagione estiva, di luglio ed agosto, perché sono quelli in cui questi animali sono a quote alte. «In piena estate il problema quasi non si pone - dice Pollieno -, ma intorno a settembre-ottobre, quando l’orso si abbassa, lo si potrebbe anche incontrare sulle Orobie, in particolare, zona preferita da tanti cercatori di funghi che spesso girano proprio da soli. Per questo dico di uscire almeno in due se non in tre, meglio prevenire che curare, perché, ripeto, al di la della teoria, in pratica la reazione orso-uomo non è ancora del tutto chiara». Impatta meno sull’uomo la presenza del lupo, che, tuttavia, allarma non poco gli allevatori. Tre i branchi dati per certi, uno al confine fra Val Bregaglia italiana e svizzera, uno nella Mesola-Forcola e uno in alta Valle Spluga, tutti in condominio con la vicina Svizzera.

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