Lupi entrano nella stalla a Gordona, allevatore evita strage di pecore

È andata di lusso, perché poteva essere una strage. Per la prima volta i lupi sono riusciti ad entrare in una stalla del fondovalle chiavennasco. Solo il pronto intervento dell’allevatore, arrivato sul luogo di lavoro al mattino molto presto per le incombenze della giornata ha evitato il peggio. Questo è quanto accaduto nella mattinata di lunedì a Gordona. La stalla è quella di Gino Dell’Adamino ed è posta al confine con Prata Camportaccio. I lupi, perché in stalla ne è entrato più di uno, sono riusciti a scavare sotto la rete della recinzione dell’attività e, quindi, sono entrati nella stalla. A farne le spese una pecora e alcuni agnelli. Davvero macabro il ritrovamento dei capi predati dai lupi. All’interno della stalla in quel momento c’erano un centinaio di capi e se non ci fosse stato l’intervento dell’allevatore si sarebbe rischiata la mattanza.

Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e il servizio provinciale che non hanno potuto far altro che appurare quanto accaduto. Almeno a bassa quota in Valchiavenna non era mai accaduto prima che i predatori riuscissero a entrare in un’area protetta. Non solo da reti. Un segnale preoccupante che da un lato certifica la propensione del lupo ad avvicinarsi ad aree urbanizzate, poco distante ci sono attività artigianali e commerciali oltre ad abitazioni e viabilità principale, e dall’altro dimostra quello che si era già capito abbondantemente: le opere di protezione facciano un’enorme fatica a fermare i lupi che in questo periodo dell’anno scendono dai versanti alla ricerca di cibo.

Durante l’autunno gli avvistamenti si sono ripetuti. Il primo ha riguardato un singolo esemplare di lupo a spasso, sempre a Gordona, lungo la provinciale Trivulzia. Più recenti le immagini catturate da una fototrappola sopra l’abitato di San Giacomo Filippo. Immagini che certificano la presenza in bassa Vallespluga, ma ovviamente i lupi non stanno fermi e si spostano rapidamente sul territorio, di un branco di 7 esemplari. Nelle scorse settimane il comitato che negli scorsi anni aveva raccolto 4000 firme per chiedere una riduzione della protezione del lupo sul modello adottato in Svizzera aveva, per bocca dell’allevatore Mario Pighetti, proposto di varare un sistema per radunare i capi in alcuni punti del territorio per favorirne la protezione attraverso la presenza di pastori in grado di vigilare 24 ore su 24. Una proposta che, però, non riguarda ovviamente i capi d’allevamento presenti nelle stalle del fondovalle durante la stagione invernale.

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