Cara Provincia,
ormai sono pochi i fatti che riescono ancora a meravigliare, però si rimane sempre piuttosto sconcertati nel leggere accadimenti come quello dei due quindicenni di Lecco denunciati per stalking, dopo aver molestato per giorni un ragazzo di un anno maggiore per strada e sull'autobus.
Giovani che frequentano una scuola e si suppone abbiano una famiglia, con genitori che almeno un tentativo di educazione l'avranno fatto, prima dei loro insegnanti, spesso disarmati e sfiduciati di fronte a situazioni di fatto quasi irrecuperabili.
I ragazzi di oggi, con un gergo da far invidia alle peggiori caserme (e le “femmine”, come si diceva una volta a scuola, non sono da meno) sono circondati da modelli negativi, che arrivano dalla televisione e soprattutto da internet, dove ogni forma di violenza o sopruso è a portata di mouse.
La stupidità, a differenza dell'italiano o della matematica, s'impara in fretta, e così il bullismo, sua diretta prosecuzione, esercitato contro i più deboli o i più sensibili, come dimostra la brutta vicenda degli scorsi giorni.
Francesco Maruti
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Caro Maruti,
la nostra società esaspera ogni comportamento e ogni reazione. Da che mondo è mondo, i ragazzi più forti o prepotenti hanno sempre un po' “tiranneggiato” quelli più timidi o gracili, con il prenderli in giro, far loro scherzi e magari metter paura chiudendoli a chiave in un garage o in uno sgabuzzino buio.
Tutto finiva o con una ramanzina e qualche scapaccione dei genitori, ma più spesso a casa queste cose nemmeno si venivano a sapere. “Ragazzate”, come si diceva allora.
Oggi i bambini di otto nove anni hanno già il cellulare, con cui i genitori pretenderebbero di tenerli sotto controllo, perché i pericoli sono aumentati di quantità e “qualità”, se così si può dire, ma la cosa più triste è che i “nemici” sono magari quelli del banco accanto.
Vittorio Colombo
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