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Giovedì 24 Gennaio 2013
Lo scheletro nella pizzeria
Vecchio, anzi vecchissimo
Da un primo riscontro i resti recuperati sotto l'ex Giglio sarebbero rimasti sepolti per molti anni, forse secoli
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Se non si può ancora scrivere la parola fine alla vicenda che, per almeno una giornata, ha tenuto con il fiato sospeso tutti coloro che hanno a che fare con il cantiere dell'ex pizzeria Giglio a Pescarenico, sequestrata al clan Coco Trovato negli anni Novanta e in procinto di diventare un centro anziani, qualche informazione in più invita a un cauto ottimismo.
Di ossa certamente si tratta, anzi, di uno scheletro intero o quasi, in discreto stato di conservazione. Questo è fuor di dubbio. Ma chi, tra gli esperti, ha avuto occasione di vederlo esclude che possa appartenere a una persona morta da pochi anni, anche solo da qualche decennio. A fugare ogni dubbio ci penserà Cristina Cattaneo, direttore del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'Istituto di medicina legale dell'Università degli Studi di Milano.
La macabra scoperta risale a tre giorni fa, quando gli operai al lavoro nel cantiere della pizzeria hanno trovato lo scheletro. Subito è scattata la segnalazione all'autorità giudiziaria, che ha immediatamente sequestrato il cantiere. Una decisione doverosa quanto opportuna, dal momento che - come è noto - l'ex pizzeria Giglio è appartenuta alla famiglia Coco Trovato, il cui nome è legato a una delle pagine più buie della storia lecchese recente e alla prima, grande inchiesta sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nel Nord Italia, quella Wall Street che ha assicurato alla giustizia il capo clan indiscusso, Franco Coco Trovato.
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