Livigno, festa per Mottini
Sempre in pista da 90 anni

Il compleanno Una vita intensa che ha scandito le stagioni del paese Ora l’obiettivo sono i Giochi 2026

Uno-due-tre e quattro, ma oggi sono 90 per Sandro Mottini. Compie novant’anni un’icona di Livigno, protagonista della storia del Piccolo Tibet. È primo febbraio del ’34, ecco spiegato il gioco numerico 1-2-3-4 che riassume la sua data di nascita, quando veniva al mondo Sandro, uno dei rampolli più giovani, il decimo di undici fratelli, della numerosa famiglia Mottini, già all’epoca una delle più in vista del paese. Novanta gli anni odierni, proprio come i minuti di una partita di calcio.

E la partita (vita) di Sandro è stata veramente intensa, con gioie e dolori anche familiari visto che la Sandro è rimasto per ben due volte vedovo. Ma Sandro non era tipo da farsi schiacciare, neppure dai sacchi di 100 kg di farina quando era ragazzino e sfornava pane nel panificio di casa. Giovanissimo è andato in Svizzera a imparare il pasticciere e ha sempre avuto il gusto per la novità ed il fiuto di capire la trasformazione alla quale Livigno andava incontro. È stato in prima fila nel settore commercio, alberghiero, turistico. Reduce dall’esperienza nel negozio di famiglia, l’emporio Mottini, uno dei primi di Livigno, Sandro col fratello Diego, compianto ex sindaco di Livigno, aprì il negozio di generi alimentari ed extra doganali Sandimarket, dalla loro iniziale. Ma Sandro è stato un pioniere anche fra i maestri di sci di Livigno. Tempi nei quali prima di dare le lezioni doveva anche battere la pista. Già negli anni Sessanta aprì un negozio di sci. Poi è stato uno dei primi direttori della scuola sci Centrale ed ha fondato un’agenzia turistica.

I figli sugli sci

È scolpita nella memoria di tutti i livignaschi l’immagine sua che scendeva su paio di sci giganti, di 2,63 metri, trasportando tutti figli. È stato il papà della Nazionale di freestyle composta dai figli Rudy e Simone. Gli piacevano le novità, ma è stato anche un grande fautore del mantenimento delle tradizioni. Così allo stesso tempo Sandro è stato uno dei pionieri dell’utilizzo della cinepresa in loco, immortalando la storia del suo paese, ma ha pure lottato per dare vita al gruppo folk di Livigno conservando il costume ed è stato anche l’ideatore della cena a base di piatti di una volta che viene proposta in occasione della festa patronale. Un autentico vulcano che oggi attorniato dall’affetto della sua grande famiglia spegne le novanta candeline.

Non è certo spento Sandro, pronto a vivere da protagonista anche il prossimo grande appuntamento di Livigno con la storia: le Olimpiadi del 2026. In attesa dell’accensione di quella fiaccola in Sandro c’è ancora la linfa per mantenersi un arzillo giovanotto che è in pista dal 1934.

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