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Martedì 04 Giugno 2013
Livigno, un corteo di un'ora
per l'addio al giovane Mauro
Tanto è stata breve la vita di Mauro Galli, scomparso giovedì a soli 20 anni, tanto è stato lungo il suo ultimo viaggio terreno. Il corteo funebre ha impiegato un'ora per giungere dall'abitazione in via Saroch alla chiesa parrocchiale di Santa Maria.
LIVIGNO Tanto è stata breve la vita di Mauro Galli, scomparso giovedì a soli 20 anni, tanto è stato lungo il suo ultimo viaggio terreno. Il corteo funebre ha impiegato un'ora per giungere dall'abitazione in via Saroch alla chiesa parrocchiale di Santa Maria.
I suoi coeteani del 1993, che indossavano la felpa gialla della coscrizione, non l'hanno mai abbandonato. Dalla veglia in casa fino al cimitero. I coetanei hanno preceduto il carro funebre durante il corteo, hanno atteso l'ingresso della salma in chiesa e poi hanno raggiunto il posto dietro l'altare.
Il vicario di Livigno don Alberto Erba, che ha concelebrato con don Stefano Bianchi e con don Riccardo, il sacerdote del collegio di Merano in cui aveva studiato Maurino, come lo chiamavano affettuosamente tutti, visto che era l'ultimo di sette fratelli, ha avuto parole toccanti: «Sono solito lasciare le letture del giorno per i funerali ma quelle di oggi mi sembravano particolarmente dure, "trasformerete la festa in dolore, i canti in lamento", poi ho pensato che è esattamente quello che stiamo vivendo oggi. È una morte assurda quella di Mauro, è una morte devastante ma noi dobbiamo guardare un po' più in alto. Non è finito sotto terra, è salito in cielo. Il ricordo svela un aspetto che non conosci, ma il ricordo aumenta la malinconia. Mauro non sta alle nostre spalle, nei nostri ricordi, ma lo incontreremo andando incontro alla resurrezione anche noi».
Il sacerdote ha approfittato della presenza in chiesa di tanti giovani per rivolgere loro parole forti.« Un anno fa parlavo con un giovane e gli ho chiesto cosa volesse dalla vita. Mi ha risposto una vita normale. Ma non è normale morire così, morire a vent'anni. Non siamo fatti per una vita normale, ci si ricorda di noi per l'originalità. Mauro oggi farebbe il tifo per noi. Sarebbe molto bello se fra qualche anno qualche amico di Mauro bussasse alla porta della casa di Mauro e dicesse ai genitori "la morte di Mauro mi ha fatto cambiare". In questi giorni attorno alla bara ho sentito un grande silenzio. Silenzio vuol dire ricerca. Dobbiamo diventare un progetto di vita».
Toccante il saluto dei coetanei: «Maurino non abbiamo parole per salutarti. È difficile accettare di non incontrati più nelle feste. Sei stato l'unico a ricevere per la seconda volta la felpa dei coscritti. Ora sarai un fiore giallo. Sarai il nostro raggio di sole, la nostra stella. Eri allegro e avevi la battuta sempre pronta». «Ora starai sereno con il nostro amico Caleo (Simone Cusini scomparso da qualche mese, molto amico di Maurino)» hanno detto gli amici.
L'hanno salutato anche i sei fratelli: «Era il 7 dicembre quando la telefonata di mamma e papà ci informò che eri nato. Eri una persona rumorosa, te ne sei andato in silenzio. Ci mancherà il tuo essere sopra le righe, ma saremo sempre la tua famiglia anche adesso che sei lassù».
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