«L’Italia ha appena il 55% di donne occupate. In Valle la situazione è simile»

Il convegno “Carriere al femminile tra identità, aspettative e conciliazione”, promosso da Valtellina Lavoro con l’associazione Sondrio Domani

Può sembrare strano – e lo è, effettivamente – ma ancora oggi, nel 2024, parlare di «carriere al femminile» significa scoperchiare un vaso di Pandora, ricolmo di tante, troppe contraddizioni e limitazioni. Con una sola conseguenza: anche in provincia di Sondrio, l’occupazione lavorativa delle donne è ben lontana dall’aver raggiunto l’auspicata parità.

Di questo si è parlato lunedì sera a Sondrio nel corso del convegno “Carriere al femminile tra identità, aspettative e conciliazione”, promosso da Valtellina Lavoro in collaborazione con l’associazione Sondrio Domani.

Un secondo passo per “Intrecciare culture”, il percorso inaugurato il mese scorso dalla locale società di ricerca e selezione del personale fondata da Valerie Schena Ehrenberger e attiva in tutto il Nord Italia. Dopo la riflessione su “Generazione Z e il futuro del mondo del lavoro” nel corso di un incontro in biblioteca ad aprile, questa volta è stata approfondita la tematica di genere sul piano professionale.

«È un tema decisivo, di cui si parla ancora troppo poco», ha esordito Stefano Angelinis, presidente di Sondrio Domani. «Nostro obiettivo – ha aggiunto – è pianificare la Valtellina per i prossimi vent’anni. Fare ciò significa innanzitutto limitare lo spopolamento del territorio, da rendere, al contrario, innovativo e al passo con i tempi. La questione femminile è fondamentale, in questo senso».

E i dati parlano chiaro. «L’Italia ha appena il 55% di donne occupate, contro una media europea del 70%. In più, una donna su cinque nel nostro Paese abbandona il lavoro alla nascita del primo figlio. La realtà in Valle non è molto differente, motivo per cui siamo chiamati a riflettere e ad agire di conseguenza», favorendo la possibilità di carriera al femminile e il cosiddetto “work-life balance”.

A tal proposito, «le ultime classifiche del Sole24ore parlano della provincia di Sondrio come la migliore realtà in Italia per qualità di vita dei bambini: è un dato estremamente positivo, che allo stesso tempo, però, dà la misura della potenzialità inespressa che abbiamo, se consideriamo che in Lombardia siamo il territorio in cui si registra il declino demografico maggiore».

Da qui la convinzione che «ci dobbiamo impegnare sempre di più affinché le famiglie scelgano la nostra provincia come luogo giusto in cui risiedere e lavorare, con un’attenzione specifica all’occupazione femminile e alla conciliazione famiglia-lavoro», sempre Angelinis.

«Abbiamo condotto una ricerca – ha aggiunto Valerie Schena Ehrenberger – per fotografare la situazione delle donne nel mondo del lavoro nel nostro territorio. I dati si confermano in linea con le medie nazionali: le donne rappresentano la fetta maggiore di laureati, eppure faticano parecchio a essere assunti».

Per non parlare, poi, delle possibilità di carriera, che tuttora risultano precluse alle lavoratrici in notevoli casi. «Dalle cinquecento risposte ricevute al nostro sondaggio di marzo 2024, è emerso che in provincia di Sondrio non ci sono molte differenze tra uomini e donne parlando di operai, impiegati, liberi professionisti e imprenditori: le percentuali sono pressoché le stesse. Invece, si nota un gap impressionante quando si parla di management aziendale: in questo settore, la presenza femminile è bassissima», ha spiegato la ceo di Valtellina Lavoro, nonché vicepresidente di Confindustria Assoconsult.

Tre le dimensioni da approfondire per andare verso una parità effettiva. Si parte dalla riflessione «sull’individuo, per far emergere le vere necessità tanto per gli uomini, quanto per le donne», e si arriva, poi, alle cosiddette policy e alla relazione, «con azioni concrete per favorire l’inclusione in azienda».

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