Che cosa vuol dire liberalizzare i prodotti farmaceutici, le licenze ai taxisti, e dare nuove opportunità ai gestori dei distributori di benzina? A me pare che in queste tre categorie grossi miliardari o evasori esagerati sia un tantino difficile trovarne !
Andrei piuttosto a verificare il comportamento delle case farmaceutiche, dei loro accordi con il ministero della sanità, delle connivenze che esistono sia direttamente con gli addetti ai lavori nei ministeri quanto ai vincoli di parentela e non, che determinano l'omologazione di un farmaco o meno a favore di un altro... Da lì si potrebbero venir fuori un bel mucchio di soldoni per le casse di questo carrozzone di Stato!
Cosa si vuol ottenere aumentando le licenze dei taxisti? Qualcuno riuscirà ad accaparrarsene un paio e muoverà qualche macchina in più, e magari si ridurranno sensibilmente le tariffe (peraltro tra le più care d'Europa) ma saranno grossi trust, società anche esterne al servizio pubblico (banche, assicurazioni, società finanziario e/o speculatori) che potranno acquistare pacchi di licenze e entrare prepotentemente nel businnes
E i distributori? Li si vuol trasformare in minimarket, caffetterie, librerie? Quelli in autostrada lo sono già!
Ettore Meroni
Caro lettore,
sembrava che le liberalizzazioni - all'inizio dell'era Monti - potessero essere una sorta di panaceca di tutti gli italici mali economici. Il rimedio capace di guarire i nostri problemi.
Sembrava, però. Perché, poi, in corsa, lo scenario è cambiato e anche il presidente del consiglio ha dovuto fare i conti con le lobbies e i grandi monopoli, per cui - una volta scesi a patti con quelli che in tanti considerano i poteri forti del nostro Paese - la situazione è molto cambiata.
Il risultato di questo compromesso è che lo Stato cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, ma in sostanza si ripresenta con il volto di prima, dirigista e paternalista. I cittadini ne trarranno vantaggi? Forse sì, ma in misura molto minore rispetto alle previsioni.
Edoardo Ceriani
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