L'economia cresce

lenta ma cresce

L’analisi congiunturale elaborata da Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como. Più chiari che scuri riguardo all’andamento di ordini, produzione e fatturato. Una stabilità tendente al rialzo

LECCO

L’economia territoriale cresce, sia pure lentamente. A rilevarlo, nell’analisi congiunturale che ha confrontato il mese di febbraio con quello di gennaio, è stata l’elaborazione effettuata dal centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio e da quello di Unindustria Como, che hanno realizzato l’osservatorio rapido relativo al secondo mese dell’anno.

L’indagine ha permesso di scattare una foto con più chiari che scuri riguardo all’andamento di ordini, produzione e fatturato dei tre territori, con indicatori che “parlano” di stabilità e tendenza alla crescita, con poche situazioni che evidenziano invece un regresso.

In relazione alla domanda interna, quattro imprese su dieci (39,7%) hanno evidenziato un aumento, mentre l’identica percentuale a febbraio ha ricevuto un numero di ordini analogo a quello del mese precedente. Solo il 20,6% ha lamentato una riduzione.

Situazione analoga per quanto riguarda le esportazioni: il 40,4% del campione ha indicato livelli stabili, a fronte di un 38,6% che ha segnalato un incremento e di un 21% alle prese con una contrazione.

Sostanzialmente stabile, invece, la produzione nelle aziende del territorio, dove questa tendenza viene confermata dal 58,7% delle imprese (al 64,4% per Lecco e Sondrio). Buona, comunque, la percentuale di casi in cui si evidenzia un incremento anche sensibile dell’attività produttiva (circa il 27%), a fronte di una porzione minoritaria (14,3% il dato aggregato, 8,9% per le sole Lecco e Sondrio) che invece segna il passo.

La capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese del campione nel mese di febbraio si attesta a quota 79,7%, in aumento rispetto a quanto registrato nella precedente edizione (77,6% a novembre 2016). Rispetto al dato medio rilevato, il tasso di utilizzo degli impianti è superiore per le realtà di medie dimensioni (al di sopra dei 50 occupati) e inferiore per le realtà più piccole.

L’andamento del fatturato ricalca in larga parte quello degli ordini: l’aumento delle vendite è segnalato da un’azienda su due (54,4% per le imprese lecchesi e sondriesi), risulta maggiormente diffuso della tendenza alla diminuzione, segnalata invece dal 13,1% del campione. Il 32,6% delle aziende indica invece un trend omogeneo rispetto a gennaio.

Venendo all’aspetto previsionale, le note prevalenti sono positive, con un quadro in miglioramento per un’impresa su tre (oltre la metà del campione si aspetta un mantenimento), ma la ridotta visibilità sulla domanda continua a rappresentare un elemento di criticità per le aziende del campione: in febbraio gli ordini in portafoglio sono stati limitati a poche settimane per quattro imprese su dieci (40,3%) mentre hanno assicurato un orizzonte di qualche mese per il 41,9% delle aziende. Per il rimanente 17,8% delle realtà del campione si raggiunge invece un periodo superiore al trimestre.

Importante anche l’elaborazione sull’aspetto occupazionale: a febbraio i livelli sono stati mantenuti, come ha confermato l’82,3% delle imprese, mentre crescita (9,7%) e diminuzione (8,1%) si compensano. Una tendenza che dovrebbe riproporsi anche nei prossimi mesi, stando alle ipotesi espresse dal campione: il 77,4% indica stabilità, il 12,9% aumento e il restante 9,7% diminuzione. A livello lecchese e sondriese è confermata la prevalenza della stabilità, rilevata per l’84,8% delle aziende. Emerge tuttavia una maggior incidenza dei giudizi di crescita dell’occupazione (13%) rispetto a quelli di diminuzione (2,2%).

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