Homepage / Lecco città
Mercoledì 02 Novembre 2011
Lecco: nel metalmeccanico
sono a rischio 1750 posti
Le parole emergenza e rischio chiusura sono quelle che ricorrono più di frequente nell'ultima analisi dell'Osservatorio della Fim Cisl, il sindacato dei metalmeccanici, che tasta il polso alle aziende del territorio. Secondo la Fim, nel Lecchese sono a rischio 1750 posti di lavoro.
Il referto dell'indagine è a dir poco sconsolante e secondo i sindacalisti attualmente sono a rischio 1.750 posti di lavoro nel settore metalmeccanico, cioè 1.750 persone che rischiano di perdere il posto di lavoro entro la fine dell'anno (oltre 13 mila settecento esuberi in regione), per non parlare dei segnali di difficoltà che gli imprenditori lecchesi continuano a evidenziare, lasciando intravedere un rigido inverno sul fronte occupazionale.
L'elemento più rilevante che emerge dall'analisi dei dati è rappresentato dalla persistenza dello zoccolo duro della cassa integrazione straordinaria e della mobilità che, pur mostrando un lieve rallentamento, conferma la difficoltà occupazionale dell'industria metalmeccanica. Il ricorso alla cigs è aumentato di un terzo rispetto all'anno scorso e del 40% rispetto a due anni fa. Attualmente i lecchesi metalmeccanici interessati all'uso di questo provvedimento sono 814. Per quanto riguarda la mobilità e i licenziamenti, dall'inizio dell'anno sono stati 121, in linea con i numeri del 2010.
La crisi continua a coinvolgere tutte le dimensioni d'impresa e i diversi settori merceologici. Lecco risultata essere fra i territori della Regione più colpiti dalla crisi, infatti qui si concentra il 7% delle situazioni di difficoltà delle aziende metalmeccaniche della Lombardia (a livello lombardo la provincia più compromessa è Milano 21%, seguita da Brescia 16%, Brianza 14%, Bergamo 11%, Varese 8%, anche se questo dato non considera la reale dimensione del territorio).
Le imprese in crisi sono 129 e, su un totale di 4.175 dipendenti, hanno avviato misure di sospensione per 2.795 persone, vale a dire il 66% della forza lavoro. Le vertenze più significative, secondo la Fim, sono Bessel e Husqvarna, che hanno coinvolto 240 persone su 380 dipendenti, e sono state affrontate con contratto di solidarietà e ricollocazioni interne, solo dopo settimane di presidi e il coinvolgimento degli enti locali.
L'ammortizzatore sociale più utilizzato è la cassa integrazione ordinaria, che coinvolge 1860 lavoratori, ma il dato che preoccupa di più è il ricorso alla cigs (814 lavoratori coinvolti) e la mobilità (121 maestranze licenziate dall'inizio dell'anno), che hanno superato i livelli di allarme definiti dall'organizzazione sindacale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA