Lecco: doping alla figlia
"deve vincere per forza"

La madre dava alla ragazza, di soli 15 anni, sostanze anabolizzanti per prepararla alle gare di nuoto. Una decina i lecchesi coinvolti nella grande inchiesta partita da Torino

p.giarrizzo

LECCO - La vittoria era più importante di qualsiasi cosa. Anche dei possibili rischi che la figlia poteva correre alla sua salute. Tra le persone indagate (con l'accusa di frode sportiva) nella grande inchiesta contro il doping c'è anche una ragazza lecchese di 15 anni che pratica nuoto agonistico. Sua madre era in contatto con i "pusher degli anabolazzanti": da loro acquistava quei prodotti che avrebbero dovuto far diventare la figlia una campionessa della piscina. Ma questo è solo il caso più eclatante. Negli atti della Procura di Torino, infatti, sono finiti diversi atleti lecchesi - nuotatori e ciclisti - quasi tutti amatoriali. Ma che per l'accusa cercavano la vittoria non sempre con mezzi leciti.
Tutti i nomi e i particolari nell'edizione di domenica del quotidiano La Provincia di Lecco.

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Domenica 25 Settembre 2011

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