Editoriali / Lecco città
Domenica 01 Dicembre 2013
Lecco,«Il minareto
non s’ha da fare»
Il caso moschea diventa politico: «Noi, terra dei campanili». Lega e Fratelli d’Italia sono scesi insieme in piazza XX Settembre dove hanno raccolto le firme di 200 lecchesi contro questo progetto. E criticano Nuovo centrodestra e Forza Italia assenti in questa battaglia. Anche Idv dice no. E Les Cultures manda tutti quanti a farsi benedire. Corrado Valsecchi: «Arrendetevi i lecchesi immigrati sono tantissimi, non si può chiudere gli occhi sulla realtà»
Il caso moschea a Lecco deflagra in una ridda di reazioni
E diventa una battaglia politica. La Lega e Fratelli d’Italia in piazza contro (puntando il dito sull’assenza di Nuovo centrodestra e Forza Italia), il Pd che sceglie la cautela rassicurando a destra e manca (libertà di culto sì, moschea no, o non nei termini prefigurati), l’associazione Les Cultures che manda tutti a farsi benedire: «Stanno costruendo artificiosamente un problema che distoglie l’opinione pubblica dai problemi seri dell’integrazione - protestano il presidente Giorgio Redaelli e Maria Grazia Zanetti - Forse non tutti i lecchesi sanno che c’è già una piccola moschea “La Pace” in corso Carlo Alberto e una che si chiama “Tolleranza” in corso Promessi Sposi: segno di un’impostazione rispettosa con un’ invasività per scelta ridotta al minimo».
Quanto alla moschea con un minareto da 15 metri a Les Cultures, tra i cui soci molti appartengono alla comunità musulmana, non ne sanno niente: «Il mondo musulmano è molto variegato. Nel caso si dovrà seguire l’iter corretto che prevede le verifìche di viabilità e impatto urbanistico secondo le regole della correttezza. Peccato solo che il Pgt, che doveva prevedere questi spazi di culto, sia ancora di là da venire».
Ma duecento cittadini ieri si sono espressi affinché il minareto sia bandito dal Piano di governo del territorio. Lo hanno fatto firmando in ieri al banchetto allestito in piazza XX Settembre da Fratelli d’Italia e Lega, uniti in questa battaglia per la sicurezza e la tutela del paesaggio: «Ma come impatta un minareto sotto il Resegone - si chiede il dirigente di Fd’I Giacomo Zamperini - E’ come minimo una forzatura se pensiamo che per cambiare una finestra ci si perde in due anni di burocrazia per i permessi». La questione estetica. comunque, è anche di sostanza: «Non ci sta bene no, perché il nostro territorio è legato alla cultura e all’indentità cristiana che difenderemo fino alla fine», dichiara il consigliere provinciale della Lega Giovanni Pasquini».
Il capogruppo comunale di Italia dei valori Ezio Venturini pur riconoscendo il minareto «come una semplice torre» da cui il muezzin richiama alla preghiera, ricorda anche che sta diventando «il simbolo politico da cui gli imam più radicali predicano la supremazia morale della loro religione». E allora? «Sì alla libertà religiosa ma qualunque edificio può essere la casa della preghiera.Minareto? No grazie».
E Corrado Valsecchi, fondatore di Les Cultures e portavoce di Appello per Lecco, sbuffa: «Battaglie di retroguardia . In vent’anni la realtà è cambiata alla faccia della Bossi-Fini. I cittadini stranieri, e musulmani, sono tantissimi. Le loro esigenze vanno prese in considerazione»
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