Cronaca / Lecco città
Martedì 24 Marzo 2015
Lecco.«Fatture elettroniche?
Un costo in più»
Da martedì 31 scatta una rivoluzione per le imprese fornitrici della pubblica amministrazione
Confartigianato: «Sui piccoli importi i maggiori costi possono incidere fino al 40% del ricavo»
Il “D-day” per le imprese che fatturano la fornitura di beni e servizi ai Comuni e altri enti locali è fissato per martedì 31 ma, a partire dalla sua prima fase, avviata nel giugno 2014 per le sole imprese che forniscono l’amministrazione centrale dello Stato, la fatturazione elettronica ha creato un forte impatto pratico ed economico fra le imprese, che «la stanno vivendo solo come un onere aggiuntivo in tempo e denaro», ci dicono in Confartigianato Lecco.
Un’altra data da segnare sarà quella del 30 giugno, a partire dalla quale senza fatturazione digitale gli enti locali non potranno più fare pagamenti, mentre anche in questi giorni a Lecco il sistema associativo sta organizzando corsi di formazione per far capire lo strumento e insegnare a utilizzarlo, non ultimi i due appuntamenti di Lariodesk dello scorso 27 novembre e del “digital day” del 9 marzo scorso.
Il sistema, regolato per legge nel 2008, a Lecco fa sentire il proprio impatto fin dal giugno scorso, come ci spiega Armando Dragoni, responsabile fiscale di Confartigianato che a tutt’oggi ha seguito circa 50 aziende e ora, a partire da fine marzo, conta di raddoppiare perlomeno il numero vista la gran quantità di richieste d’informazioni che arrivano dalle aziende.
«Ci siamo attrezzati subito dice Dragoni – facendo per conto delle nostre piccole imprese la trasmissione delle fatture attraverso il sistema di interscambio Sdl», gestito dall’Agenzia delle Entrate. Il servizio è realizzato con l’appoggio a una software house esterna che gestisce il delicato processo di archiviazione che può essere realizzato solo nel rispetto di precise regole dettate dall’Agenzia delle entrate.
In ogni caso, sia che ci si affidi a professionisti direttamente o tramite associazione (sempre assicurati in caso di errori), sia che ci si doti di un software da utilizzare direttamente ma il cui utilizzo richiede precise conoscenze normative, sulle aziende l’innovazione scarica nuovi costi, tanto più gravosi quanto più le forniture sono ridotte.
Ad esempio, per un artigiano andare in un Comune per una piccola fornitura, come una manutenzione di rubinetteria, da fatturare in 50 euro, con la fatturazione elettronica significa «perdere il 40% del valore della prestazione, visto che in media serve un’ora di tempo per l’inserimento corretto dei dati aggiunto al costo per la parte che seguirà un professionista», spiega Dragoni. A quel punto sta all’imprenditore decidere se accettare comunque, rinunciare al lavoro o alzare i prezzi, una scelta, quest’ultima, «che è estremamente all’ordine del giorno fra i nostri imprenditori, consapevoli che è una scelta carica di interrogativi visto che abbatte la competitività».
Si tratta di aspetti che soprattutto per le piccole aziende allontanano i vantaggi che pure il passaggio al digitale comporta in termini di ammodernamento e trasparenza fiscale anche ai fini dei controlli dell’Agenzia delle entrate.
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