Editoriali / Lecco città
Lunedì 25 Novembre 2013
Lecco, violenza sulle donne
I numeri sono terribili
All’ospedale oggi convegno di approfondimento su un fenomeno che sembra essere in crescita. Molti i casi denunciati e molti ancora nell’ombra. Ogni mese dell’anno nel Lecchese due donne vengono violentate. Alle 18 in basilica è stata celebrata una messa per le vittime voluta dalla Provincia, dal Comune e dalla Prefettura
LECCO
Ogni mese dell’anno nel territorio lecchese due donne vengono violentate, sette picchiate, una perseguitata, sei maltrattate. In pratica, un giorno sì e un giorno no, le donne lecchesi sono fatte oggetto di atti di violenza, di gravità diversa. Tutti atti vergognosi, anzi aberranti perché commessi, molto spesso, nell’ambito delle mura domestiche, là dove il focolare dovrebbe essere un nido caldo e accogliente, non una prigione senza scampo.
Stiamo parlando di casi già perpetrati, divenuti denunce scritte. Ma molto di più si agita nell’ombra del “Non detto”, del “Non confessabile”. Tanto che Telefono Donna Lecco nel 2013 ha preso in carico 83 nuovi casi. E “L’altra metà del cielo” di Merate ha preso in carico 86 donne oltre ad averne accolte 14 nelle case rifugio.
Un fenomeno in crescita dappertutto con costi sociali, sanitari, sul fronte della sicurezza, inimmaginabili: l’associazione Intervita di Milano nel suo rapporto sul costo della violenza in Italia l’ha stimato pari a 17 miliardi di euro. L’aumento delle violenze in Lombardia è stato del 53 per cento negli ultimi due anni. I numeri, emersi in tutta la loro crudezza, sono stati presentati ieri, durante la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, all’ospedale Manzoni nel convegno dal titolo “Donne messe all’angolo”.
Rita Scaramelli - rappresentante dell’Azianda ospedaliera di Lecco al Tavolo provinciale della Rete territoriale a sostegno delle donne vittime di maltrattamento o violenza – ha spiegato come nei primi nove mesi del 2013 le donne lecchesi vittime di violenza sessuale siano state 16; 65 quelle che hanno subito lesioni dolose; 7 quelle perseguitate da uno stalker; 51 quelle che hanno patito percosse o maltrattamenti in famiglia.
Il generale Luciano Garofano, già Comandante dei Ris di Parma, ha spiegato come si possa reagire a questa ondata di violenza misogina: «Per fortuna da qualche mese abbiamo una nuova legge. Ma il femminicidio è un fenomeno culturale, più che da combattere nelle aule di tribunale».
Alle 18 è stata celebrata una messa in basilica voluta dal Comune, dalla Provincia e dalla Prefettura.
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