Lecco: "Unicalce"
rafforza la leadership

"Unicalce" ha rilevato la metà delle quote (con l'opzione di acquisto della maggioranza del capitale) delle "Fornaci Zulian" di Fontaniva (Padova). L'impresa veneta occupa venti persone, per un fatturato annuo di 10 milioni. Ed è specializzata nella produzione di calce dolomitica che è usata soprattutto nel settore siderurgico.

g.morassi

LECCO - "Unicalce" è il primo produttore italiano di calce, un settore che ha subito un rapido processo di concentrazione: tante piccole imprese sono state assorbite da altre di maggiori dimensioni o sono scomparse, qualcuna sfinita dalle lotte con la burocrazia per ottenere permessi e nulla osta, altre fiaccate dalla concorrenza e dall'evoluzione del mercato che ha spinto verso le economie di scala. Così, se fino agli anni Sessanta, in Italia erano attive quasi duecento imprese produttrici di calce, oggi se ne contano una trentina. Con l'operazione perfezionata nelle scorse settimane, "Unicalce" ha rafforzato la leadership nel mercato domestico. La società presieduta da Carlo Conca ha rilevato la metà delle quote (con l'opzione di acquisto della maggioranza del capitale) delle "Fornaci Zulian" di Fontaniva (Padova). L'impresa veneta occupa venti persone, per un fatturato annuo di 10 milioni. Ed è specializzata nella produzione di calce dolomitica che è usata soprattutto nel settore siderurgico. "Le "Fornaci Zulian" - spiega Conca - dispongono di un impianto all'avanguardia che garantisce una produzione giornaliera di 460 tonnellate. Con quest'operazione ci rafforziamo in questo particolare segmento di mercato". Oggi il gruppo "Unicalce" in Italia dispone di diciassette unità produtive, e occupa quasi seicento persone per un fatturato di 170 milioni. In Italia, "Unicalce" vale oltre la metà dell'intero mercato della calce. È un settore poco conosciuto, alle volte guardato con diffidenza per l'attività estrattiva che sta a monte della produzione. Anche per vincere i pregiudizi le imprese del settore, con "Unicalce" in testa, sono impegnate in campagne informative-educative che illustrano le numerose applicazioni che hanno la calce ed i suoi derivati. Materiali che non sono utilizzati solo in edilizia, ma anche nell'industria siderurgica, in agricoltura, nella stabilizzazione dei terreni, nelle produzioni chimiche e del vetro. Il processo produttivo si scontra con i ritardi e la complessità della macchina burocratica. "Abbiamo un ufficio - sottolinea Conca - che segue gli iter autorizzativi per l'estrazione di materiale. Ogni pratica di autorizzazione, tra studi, documenti, domande richiede una montagna di carte che raggiunge i due metri di altezza. E i tempi per avere tutti i permessi per l'attività estrattiva, possono raggiungere i sei-sette anni dall'avvio dell'iter. Si capisce quindi i problemi che abbiamo nella programmazione degli investimenti e dell'attività". Sull'impatto che l'attività estrattiva, Conca nota: "Per noi il rispetto dell'ambiente è fondamentale, per questo applichiamo le migliore tecnologie di coltivazione e recupero delle cave che consentono di ridurre l'impatto su paesaggio e ambiente".

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Mercoledì 18 Maggio 2011

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