Cronaca / Lecco città
Domenica 08 Agosto 2021
Lecco. Troppi posti a rischio
«Ammortizzatori,subito la riforma»
Il sindacato lancia un nuovo allarme in vista dello sblocco “totale” dei licenziamenti: «Superare le differenze di trattamento fra le categorie»
«In Lombardia stanno per saltare oltre mille posti di lavoro in vista dello sblocco dei licenziamenti, come ci riferisce una recente indagine del nostro ufficio studi Cisl. Avremo il vero banco di prova in autunno, quando il blocco sarà tolto anche per i settori in difficoltà, ma ora è urgente una riforma degli ammortizzatori sociali», afferma Enzo Mesagna, segretario della Cisl di Monza e Lecco con delega al mercato del lavoro.
Il primo passo verso la riforma è fissato per domani al tavolo convocato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con le parti sociali.
Fra le novità della bozza che il ministero ha inviato alle parti sociali, oltre a un ammortizzatore specifico per i lavoratori dello spettacolo ci saranno anche maggiori tutele per precari e autonomi, in attesa di valutare il funzionamento del nuovo Iscro, l’ammortizzatore per i lavoratori indipendenti, per deciderne un’eventuale stabilizzazione.
Previsto anche l’accesso al programma Gol (Garanzia di occupabilità), già istituito in via sperimentale per aiutare l’inserimento al lavoro dei beneficiari di Reddito di cittadinanza, percettori di Naspi, cassintegrati indirizzati a politiche attive. Rimasto di fatto inattuato, ora lo si vuole estendere a chi chiude la partita Iva.
Fra le novità, anche più giorni di malattia in caso di patologie gravi, o oncologiche, più tutele per la maternità e l’estensione dell’equo compenso a tutti i bandi e le selezioni della pubblica amministrazione legati al Pnrr, Piano nazionale ripresa e resilienza.
Insieme a Cgil e Uil, la Cisl ha chiesto al Governo una riforma per «garantire un sistema di ammortizzatori il più possibile universale, che superi le differenze di trattamento che oggi ci sono fra le varie categorie di lavoratori», afferma Mesagna.
Seppure si sia ancora distanti da quell’ammortizzatore unico che da tempo i sindacati chiedono, dare a tutti i lavoratori una copertura si fa tanto più necessario quanto più si sono subiti i ritardi nei pagamenti della cassa integrazione da parte dell’Inps in aggiunta agli effetti economici dei vari lockdown per pandemia.
Non ultimo, a spingere verso una riforma legata allo sviluppo di vere politiche attive per il lavoro è anche Bruxelles nel quadro dei finanziamenti in arrivo col Pnrr.
Con una dote di partenza di circa 8 miliardi di euro, più altri due per le misure su autonomi e rifinanziamento della Naspi, resta pesante il nodo delle risorse.
«Nel frattempo - afferma Mesagna - andrebbero quantomeno portate modifiche al sistema attuale, fra cui le anticipazioni di cassa integrazione da parte dell’Inps, dal momento che non tutte le aziende riescono a provvedere. Universalità dell’ammortizzatore, snellimento delle procedure, abbassamento dei termini di presentazione delle domande di cassa integrazione e possibilità di avere l’anticipo sono fra le nostre richieste al governo».
«Più il tema principale - conclude -: la riforma della Naspi portandola oltre gli attuali 24 mesi di durata, ed eliminazione del décalage che dal quarto mese di erogazione erode del 3% l’assegno riducendolo, al termine dei 24 mesi, a poche centinaia di euro».
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