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Sabato 17 Novembre 2012
Lecco: il tessile prova
a battere la crisi
Le imprese del distretto tessile lecchese hanno ristrutturato e cambiato i mercati di riferimento. Ed ora più snelle e flessibili provano ad intercettare la domanda del segmento di fascia alta del mercato.
Sono numeri da crisi, da crisi pesante che per il tessile è arrivata dopo anni altrettanto difficili: oggi è la recessione mondiale con la conseguente caduta della domanda, allora era la concorrenza sui costi dei produttori asiatici. I numeri raccontano quello che si può verificare nei sette paesi del distretto tessile: aziende chiuse, cancelli arruginiti, capannoni riconvertiti oppure rimasti vuoti, cartelli di vendensi e affittansi, organici tagliati. Sono cambiati i paesi della nostra Brianza, che dieci anni fa producevano più del 50% del tessuto d'arredamento italiano, con una quota export superiore al 60% ed un fatturato complessivo di 750 milioni di euro.
Le aziende che hanno resistito alla double-dip (ma forse è meglio scrivere triple-dip e via continuando) recession sono cambiate, non sono più le stesse: sono dimagrite e diventate più agili, hanno puntato su mercati diversi. Non più grandi lotti che sbattono sui costi inferiori di cinesi e indiani, ma produzioni semi-artigianali - spesso sviluppate assieme ai clienti - nuovi filati e tessuti più difficili da imitare. E nei bilanci l'attenzione non è più tutta sui numeri delle vendite. Prima di tutto si guarda ai margini.
Oggi, con fatica, le imprese del tessile lecchese cercano di risalire la china. Sono consapevoli che - dopo le botte prese negli ultimi anni e le cure dimagranti che hanno dovuto sopportare - sono ancora convalescenti, ma hanno ritrovato la voglia ed il coraggio di affrontare con spirito vincente i mercati.
Cambiare il mercato di riferimento non è facile. Bisogna essere capaci di innovare. Bisogna investire sugli impianti e sugli uomini. Bisogna cambiare l'organizzazione e la cultura di chi lavora in azienda. L'attenzione al cliente deve diventare ossessiva. La maggior parte delle imprese tessili è impegnata in questo percorso che non sarà né facile né breve. Intanto, la quota export è salita attorno al 70-80% e i clienti di fascia alta di Germania, Inghilterra, Francia, Usa, Paesi arabi, Russia e Sud America cominciano ad apprezzare la qualità esclusiva dei prodotti tessili made in Lecco. Si può ripartire da qui.
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