Editoriali / Lecco città
Lunedì 15 Settembre 2014
Lecco, terza città d’Italia
più “salassata” dallo Stato
Nell’ultimo quadriennio nelle casse del Comune di Lecco è entrato il 69% in meno di trasferimenti dallo Stato e da Roma potrebbe arrivare una ulteriore riduzione. Peggio solo Lodi e Brescia. L’impatto è assolutamente squilibrato tra il Nord e il Sud del Paese. Basti pensare che sette delle dieci città capoluogo più penalizzate dai tagli sono lombarde, mentre in fondo alla classifica ci sono realtà, tutte del Mezzogiorno, che hanno subito riduzioni negli stanziamenti solo per il 30% di media. Sono dati di un’analisi del “Sole 24 Ore”.
Certo non è una novità perché di difficoltà legate ai sempre inferiori trasferimenti inviati da Roma alle casse comunali si parla da anni. Ma quantificare la contrazione in oltre i tre quarti del totale precedente fa impressione. L’assessore al bilancio del Comune Elisa Corti spiega che questo mancato incasso è stato compensato dalle entrate tributarie. In totale il Comune ha dovuto rinunciare a 7,6 milioni dal 2010.
La media nazionale nei capoluoghi di provincia è del 46%, in quanto ai tagli. In Lombardia, invece, la musica è diversa: Lodi (primo Comune in assoluto, con -72%) e Brescia (-70%), ma anche Venezia (-66%), Milano (-63%), Siena (-62%), Monza, Padova e Varese (-61%), Como e Lecce (-60%).
A Caserta invece il taglio è stato del 19%, a Messina del 27%, a Cosenza del 30%, a Napoli del 31% e a Palermo del 33%.
In valori assoluti, i cittadini di Lecco si sono visti tagliare 160,4 euro a testa. Molto peggio è andata ai residenti di Moggio, cui spetta il primato in provincia e la nona posizione a livello nazionale: - 403,6 euro pro capite. Pesante anche la riduzione per abitante rilevata a Morterone, -315,6 euro.
In questi anni non si è riusciti a tutelare gli enti virtuosi e i tagli sono stati distribuiti in modo spesso lineare. Ora si sta approntando lo strumento dei “fabbisogni standard”, che dovrebbero misurare il prezzo giusto delle attività comunali e su quella base distribuire le risorse disponibili.
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