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Venerdì 29 Giugno 2012
Lecco, tentano una truffa
Il prevosto li smaschera
La zia malata, il finto morto, due sedicenti medici: sono i contenuti di una tentata truffa ai danni di monsignor Franco Cecchin. Il quale quando si è accorto che qualcosa non quadrava, richiesto del codice Iban, ha risposto come Gesù: «Bisogna essere semplici come colombe, prudenti come serpenti». I due si sono dileguati e lui ha sporto denuncia
Lunedì il prevosto contatta il sedicente dottore sul cellulare per avere conferma, ma nulla: il telefono squilla a vuoto. Martedì finalmente, il medico, un uomo «abbronzato, distinto, vestito bene, leggermente tarchiato» racconterà poi il monsignor Cecchin, risponde al telefono, spiegando che la zia è tornata a Lecco, al domicilio di corso Carlo Alberto, e attende là monsignore. Che come suo solito raggiunge Pescarenico in bicicletta. Incontra il sedicente dottore, il quale però prende tempo: non accompagna subito don Franco dalla "zia", perché deve andare prima in ospedale per ritirare dei referti.
«In quel momento - continua monsignor Cecchin - arriva un signore che chiede informazioni con un accento italo-svizzero. Cerca una zona di Lecco, dove abita un altro medico: un dottore che, tempo addietro - questo il racconto dello svizzero - aveva aiutato suo papà, di origine lecchese. Ed ora il figlio era tornato a Lecco con una cospicua somma di 80mila euro da dare a quel dottore, a fini benefici». Arrivati in ospedale, il (primo) sedicente dottore fa finta di chiedere informazioni sul collega, e comunica che questi è morto da pochi giorni. «A questo punto i due pensano di dare a me, direttamente la somma. Iniziano a chiedere il mio codice Iban, vogliono una somma da versare per spese notarili. Rispondo che l'Iban non ce l'ho e cito loro una frase di Gesù: bisogna essere semplici come colombe, prudenti come serpenti».
I due si dileguano e il prevosto sporge denuncia. La stessa truffa è poi capitata anche ad un altro prete della città.
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