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Martedì 21 Maggio 2013
Lecco: tanti operai
da mesi senza reddito
Da mesi si fa un gran parlare del rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per il prossimo semestre. Ma in realtà i soldi che il governo stanzierà (un milione di euro da ripartire fra le Regioni italiane) servirà in minima parte a coprire le richieste di cassa integrazione formulate dopo giugno, e in massima parte a coprire tutte le richieste pervenute da gennaio a oggi.
Ma in realtà i soldi che il governo stanzierà (si parla di un milione di euro da ripartire fra le Regioni italiane) servirà in minima parte a coprire le richieste di cassa integrazione formulate dopo giugno, e in massima parte a coprire tutte le richieste pervenute da gennaio a oggi che sono già state accolte ma non autorizzate, proprio perché le casse delle Regioni e dell'Inps sono già a secco da parecchie settimane, svuotate dal boom di richieste pervenute sul finire del 2012. Questo significa che da gennaio scorso ci sono centinaia di lavoratori che da quasi sei mesi stanno vivendo in apnea, senza uno stipendio, con scarse probabilità di trovare un altro posto di lavoro e un assegno di cassa integrazione promesso ma mai incassato. A vivere questa situazione sono centinaia di lavoratori del settore edile, uno dei più colpiti dalla crisi economica.
«Il livello di tensione è alle stelle - racconta Giuseppe Cantatore, segretario degli edili della Cgil - e ci sono casi davvero drammatici, con famiglie monoreddito che da sei mesi non stanno ricevendo un euro», come succede ai 46 lavoratori dell'impresa di costruzioni di Lecco Airoldi Paolo che si trova in preconcordato. La cassa integrazione in deroga scattata sei mesi fa è stata autorizzata dalla Regione, ma i soldi non stanno arrivando e continueranno a non arrivare finché il ministero dell'Economia non firmerà il decreto per finanziare la nuova cassa in deroga.
Ad aggravare la vicenda c'è il problema delle nuove forme di concordato in bianco che comportano il congelamento della situazione finanziaria aziendale e l'impossibilità di accedere a forme definite di cassa integrazione. «Il problema è che non possiamo accedere ad altri ammortizzatori sociali finché non sarà attivato il concordato preventivo - spiega il sindacalista -, che continua ad essere rinviato per via di una serie di proroghe concesse dal Tribunale. Abbiamo anche spiegato la situazione al giudice e richiesto che l'approvazione avvenga entro la fine di giugno, così da poter intervenire con una cassa integrazione straordinaria o altri ammortizzatori». Una vicenda analoga è quella vissuta dai 17 dipendenti della Calvasina, anche loro in cassa integrazione in deroga autorizzata ma mai pagata, che vivono nel limbo del preconcordato.
Stessa storia alla Grattarola. Qui non c'è la cassa integrazione in deroga, ma una complessa situazione di preconcordato. Le finanze di Grattarola continuano a essere in rosso e l'azienda non sta pagando i 100 dipendenti che invece stanno lavorando nella speranza che la consegna delle commesse possa far incassare soldi nelle casse della società: «L'azienda sta accumulando debiti - conclude il sindacalista - e il rischio è che l'esposizione finanziaria diventi eccessiva».
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