Editoriali / Lecco città
Sabato 28 Dicembre 2013
Lecco, «Tanta gente in giro
ma non ha speso molto»
Natale in chiaroscuro per i negozi lecchesi, secondo il presidente di Confcommercio Peppino Ciresa. «I dolci? Ora si accontentano del pane»
Moderata soddisfazione. Un Natale di speranza. I commercianti lecchesi non hanno vissuto un Natale “grasso”, ma hanno intravisto la luce in fondo al tunnel. Peppino Ciresa, presidente di Confcommercio Lecco, non ha dubbi: «L’impressione generale è che, tutto sommato, il movimento di gente ci sia stato. In generale, per quel che ho potuto vedere di persona e per quanto mi hanno raccontato, le persone questo Natale sono andate a vedere le vetrine».
Guardare e non comprare
La distanza tra guardare e comprare, però, c’è ancora… «Tutti stanno molto attenti nello spendere, giustamente. Sicuramente la gente ha meno soldi ma il problema è anche nella fiducia nel futuro: molta gente non ha prospettive tanto rosee davanti e, ripeto, giustamente prima di spendere ci pensa due volte». Ciresa che ha alcuni panifici, tocca con mano, ogni giorno, lavorando a contatto con le persone la differenza tra il periodo pre crisi e oggi: «Allora c’era un po’ di spreco: ora tutti cercano di comprare il necessario. Posso fare un esempio nel mio settore: tanta gente si è preparata parecchie cose a casa. L’insalata russa, il paté, la mousse molta gente se l’è cucinata da sé».
E dire che il settore alimentare, il cosiddetto “food”, soffre meno di altri: «Mangiare devi mangiare – osserva con buon senso il presidente dei Commercianti - e se puoi spendere qualcosa preferisci farlo in questo settore. Anche se una bella percentuale di guadagni in meno c’è anche nel mio comparto. Non paragonabile alla crisi che vivono le concessionarie auto o i negozi dell’abbigliamento».
Ciresa “vive” ancora i suoi negozi, può sentire in presa diretta il polso della situazione. Gli esempi sono pratici ma non banali: «La gente prima comprava il pane, il latte e ci aggiungeva la tortina o i pasticcini. Ora si limitano al pane e al latte. È scomparso il superfluo che si potevano concedere in tanti. La differenza è tutta qui».
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