Lecco: sul futuro "Leuci"
crescono i timori

I lavoratori della Leuci alzano la voce: "Siamo stanchi di assistere al continuo scarico di responsabilità, vogliamo una risposta sul progetto della cittadella della luce". La presa di posizione dopo lo stop che il progetto ha avuto negli utltimi giorni.

g.morassi

LECCO - I lavoratori della Leuci alzano la voce: "Siamo stanchi di assistere al continuo scarico di responsabilità, vogliamo una risposta sul progetto Leuci". E' la reazione delle maestranze della Leuci dopo la frenata in corsa della Regione Lombardia - che ha chiesto un maggior interessamento dell'azienda (la nomina di un advisor per la valutazione del progetto industriale e la presentazione delle mappe perimetriche per valutare le aree su cui realizzare la Cittadella della Luce) – e l'annuncio del numero uno di Leuci, Giuliano Pisati di voler partecipare al progetto solo quando i politici assicureranno un mercato alle future lampade a led. "Non ci interessa quale imprenditore intenda investire in questo progetto – spiega Lorena Panzeri, sindacalista della Cgil di Lecco – ma che si trovi nel più breve tempo possibile una soluzione per dare il via libera alla Cittadella della Luce. I tempi sono stretti e i novanta lavoratori sono al secondo anno di contratto di solidarietà che scadrà tra meno di un anno. Entro quella data è necessario avviare il piano di rilancio industriale dell'area di via XI Febbraio. Quindi chiediamo alla Provincia di fare la sua parte, cioè di avere un ruolo di regia nel coordinamento delle parti, al Comune, al Ministero per lo sviluppo economico, alla Regione e alla Camera di Commercio di dare il loro contributo e sostegno per la creazione di un polo dell'illuminazione di ultima generazione e a Confindustria di giocare un ruolo associativo di costante mediazione e presenza. Non possiamo attendere oltre". E la sindacalista della Cgil passa poi alle critiche al patron di Leuci: "Quelle di Pisati sono soltanto parole. Al momento l'unico fatto concreto è che dal 2006 al 2011 non è mai stato investito neanche un centesimo su quell'area, tanto che da 240 dipendenti siamo passati a un presidio di 90 persone, che stanno usando un ammortizzatore sociale. Pisati tre anni fa aveva promesso di avviare un percorso di conversione degli apparecchi a incandescenza in alogene. Questo non è mai avvenuto".

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Giovedì 02 Giugno 2011

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