Editoriali / Circondario
Giovedì 28 Novembre 2013
Lecco, stangata casa
La Iuc peggio dell’Imu
Le famiglie con figli pagheranno più di prima, fino a 151 euro in più. I sindaci perplessi: non si capisce assolutamente nulla. Il primo cittadino di Valmadrera: «Siamo stanchi di fare i gabellieri per conto terzi»
Ha cambiato nome, ma si profila come l’ennesima stangata per le famiglie. Dalla Tarsu alla Tares, adesso Iuc.
E’ giusto dell’altra sera la notizia che l’Esecutivo Letta ha varato l’ultima versione della tassa, denominata Imposta unica comunale: un tributo più leggero dell’Imu, per le prime case, solo se i Comuni applicheranno l’aliquota base, pari all’1 per mille.
In caso di scelte diverse da parte dei sindaci, complici le detrazioni molto inferiori rispetto al passato, bisognerà mettere mano al portafogli anche per importi molto superiori.
Fino a 151 euro in più
Secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre, infatti, una famiglia con tre figli pagherà fino a 151 euro in più con la Tasi (una delle componenti della Iuc con Tari e Imu) rispetto alla vituperata Imposta municipale unica.
Posto che tutte le sfaccettature di questa nuova Iuc sono
Gli amministratori lecchesi, al proposito, sono comunque cauti. «Al momento non disponiamo di tutte le informazioni utili necessarie a commentare la nuova Imposta unica comunale», ha commentato l’assessore al bilancio del Comune di Lecco, Elisa Corti.
Usa i piedi di piombo anche il sindaco di Calolzio, Cesare Valsecchi, che comunque si dimostra perplesso . «E’ prematuro esprimere un giudizio su questa nuova imposta, anche perché c’è sempre il rischio che nel giro di qualche giorno subentri qualche altra modifica – ha esordito il commercialista calolziese -. Parlano dell’istituzione di un fondo governativo a tutela della prima casa, ma bisogna capire come verrà distribuito e a quanto ammonterà.».
Il primo cittadino di Valmadrera, Marco Rusconi, invece, è caustico: «Siamo stanchi di fare i gabellieri e riscuotere per conto terzi e non sopportiamo più di vederci i bilanci massacrati da stanziamenti continuamente tagliati e vincoli del patto di stabilità. Qui ogni giorno si cambia idea: facciano quello che vogliono, ma che alla fine non ci rimettano i Comuni, in quanto a risorse, perché ulteriori aggravi sarebbero devastanti».
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