Cronaca / Lecco città
Martedì 13 Ottobre 2015
Lecco. Spreco di energia e calore
in tre edifici su quattro
La strada da percorrere verso l’efficienza energetica degli edifici lecchesi è ancora lunga
Nelle categorie di punta rientra meno del 9% di quelli certificati, che per la maggior parte sono classificati come assolutamente poco performanti.
A mettere in luce una situazione che comunque era già ben nota – e che in ogni caso non si discosta da quella del resto della Regione e del Paese – è Nomisma, che in occasione del Salone dell’Innovazione impiantistica per gli edifici ha presentato i risultati dell’indagine effettuata a livello nazionale.
È da questa che emerge come nel nostro Paese solo l’11,6% degli immobili appartenga a classi energetiche altamente efficienti (A+, A e B) e ben l’83,6% abbia più di vent’anni. Questi dati sono sostanzialmente confermati anche sul territorio provinciale lecchese: analizzando infatti gli oltre 49.519 attestati di prestazione energetica depositati e registrati nel CEER (Catasto energetico edifici regionale) dopo l’approvazione della nuova procedura di calcolo in vigore dal 26 ottobre 2009, emerge che ben il 71,8% degli edifici nella Provincia risulta classificato come poco performante (classi E, F e G), mentre solo l’8,9% rientra nelle categorie ad alte prestazioni per quanto riguarda i consumi (A+, A e B). Un dato, quest’ultimo, comunque migliore rispetto alla media regionale, pari al 6%.
C’è da dire, comunque, che la maggior parte delle Province lombarde sta peggio di Lecco: a Milano solo il 4,2% degli edifici certificati risulta performante (classi A+, A e B), mentre a Pavia si scende al 4%. Como risale al 7,3%, mentre le migliori sono Bergamo (10,2%) e Sondrio (10%).
«I dati, se da un lato evidenziano un patrimonio immobiliare datato ed energivoro, dall’altro mettono in luce evidenti opportunità per l’intera filiera delle costruzioni e dell’impiantistica – si evidenzia nella ricerca -. Settori a cui si chiede una maggiore convergenza perché per realizzare edifici energeticamente sostenibili è fondamentale che in fase di progettazione ogni elemento venga valutato come parte integrante di un sistema, dalla parte impiantistica all’involucro».
Sul territorio lecchese, comunque, di edifici costruiti con una certificazione ai massimi livelli non ce ne sono molti. Lo evidenzia Matteo Zambaldo, contitolare dell’agenzia Lecco Immobili. «Sul territorio lecchese di costruzioni che rientrino nella classe A+ ce ne sono pochi. Ma alla classe energetica fa attenzione solo chi si muove per l’acquisto di un prodotto nuovo: allora chiede che l’edificio sia almeno in classe B. C’è da dire che c’è del nuovo invenduto che però ha già tre anni: se si considera che recentemente sono stati ritoccati gli indici di prestazione, è possibile che un classe A di tre anni fa non corrisponda a una analoga classificazione ad oggi».
Per quanto riguarda l’usato, invece, l’attenzione alla certificazione energetica ha un significato diverso. «Credo che acquistando un usato siano altri gli elementi cui dare priorità nella scelta. Anche perché immobili anche di meno di vent’anni possono rientrare in classi estremamente differenti. Basti pensare che abbiamo in vendita appartamenti in viale Montegrappa che, nello stesso stabile, vanno dalla classe C alla classe G».
© RIPRODUZIONE RISERVATA