Cronaca / Lecco città
Giovedì 01 Maggio 2014
Lecco, il sindacato di polizia
«Non si applaude alla morte»
«Di fronte alla morte nessun applauso si giustifica. Per giunta, stiamo parlando di un fatto talmente grave come la morte di un ragazzo che rappresenta il fallimento di tutti i coinvolti, dalle forze dell’ordine alle parti sociali».
Rudy Ratti, segretario del Sap (Sindacato autonomo di polizia) di Lecco non era presente a Rimini al Congresso nazionale durante il quale si è verificato l’episodio degli applausi a tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte nel 2005 di federico Aldrovrandi a Ferrara.
Un gesto che ha innescato la reazione indignata della madre della vittima e la solidarietà dei rappresentanti del Governo: una vicenda dalla quale Ratti prende le distanze ma di cui ne specifica la genesi. «Ribadisco che le condanne vanno rispettate, quelle in via definitiva della Cassazione ne hanno ancora più motivo: i quattro poliziotti infatti sono stati condannati per la morte del ragazzo a 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo di difesa. La giustizia deve essere uguale per tutti fino in fondo ma ribadisco che in questo caso sarebbe dovuto prevalere il rispetto dei parenti del giovane e l’applauso andava evitato».
Sulla stessa linea anche il rappresentante dell’altra sigla sindacale di Lecco, Antonio Verbicaro, segretario Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia): «Di fronte alla morte di un giovane il sindacato si deve fermare, riflettere e soprattutto portare rispetto alla persona deceduta e ai suoi familiari. Sul caso c’è stata una sentenza passata in giudicato e anche questo è un elemento che andava tenuto bene in considerazione: ci sono pendenti i ricorsi e vedremo che sviluppi faranno registrare ma gli applausi andavano sicuramente evitati».
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