Editoriali / Lecco città
Domenica 29 Dicembre 2013
Lecco «si dia una mossa»
Basta solo un po’ di musica
A morte l’ordinanza 137 che la vieta dopo mezzanotte. Il consigliere Zamperini sfonda una porta aperta
I gestori dei locali del centro sono d’accordo a sostenere la sua battaglia: «Città turistica e universitaria? Non ancora all’altezza, ora adeguiamo la normativa». E con Fratelli d’Italia si schiera anche Forza Italia
Una città più addormentata che silenziosa e tranquilla. Ne sanno qualcosa non tanto i turisti - rari in questa stagione - quanto gli universitari stranieri che si incontrano annoiati e straniti su per i sentieri del San Martino e del Resegone per ingannare il tempo libero.
La montagna e il paesaggio sono mozzafiato, ma a vent’anni, magari, ci vuole anche altro. Qualche locale, pub o bar per incontrarsi dove non ti sbattano fuori se va bene prima di mezzanotte con l’indice appoggiato sulla bocca: sstt, silenzio, qui domani si lavora e la gente dorme.E’ vero, a parte il fatto che purtroppo si ingrossa la fila di chi,in cassa integrazione, non deve più alzarsi all’alba.
Il sasso nello stagno l’ha gettato il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini, e ha provocato un’onda anomala, quasi uno tsunami: a morte l’ordinanza 137che vieta la musica nei locali dopo mezzanotte.
Tutti in piedi a un solo grido: sì, finalmente. A cominciare dai gestori dei locali che da una maggiore elasticità normativa si aspettano più agio per un clima favorevole al risveglio della severa ex città del ferro. Considerato che l’Expo è dietro l’angolo non si può tirare giù la saracinesca del bar quando chiude l’alimentari all’angolo, «ma bisogna essere messi in condizione di offrire a una potenziale clientela che ora sbadiglia annoiata la possibilità di divertirsi».
Parla Marco Valsecchi titolare del Shamrock Irish pub in via Parini, uno dei pochissimi locali lecchesi che tiene aperto fino alle 2 di notte tutti i giorni anche d’inverno: «Aderisco con entusiasmo all’iniziativa di Zamperini anche perché quell’ordinanza è antiquata e non tiene conto dei cambiamenti sopravvenuti in questi ultimi anni». Dice che Lecco è una città universitaria, ormai, ma non molti se ne sono accorti. E Lecco è una città turistica, o meglio non perde occasione di rivendicare questa ambizione, ma si comporta ancora come una vecchia zitella che vede di malocchio chi tira tardi la sera.
«La gente esce alle 22,30 dopo il lavoro e dopo cena, anche il lunedì, e non si può mandarla a letto a mezzanotte», spiega Valsecchi. A dimostrazione aggiunge che alle ore piccole il suo locale raggiunge l’acme delle presenze. «Ho provato ad avere serate con una clientela esclusivamente straniera: studenti del Politecnico, gente tranquilla e equilibrata, ma giovane accidenti, e in cerca di svago e di spazi di socialità».
Non è questione di orario, ma de cibel semmai. Lo pensa anche Patrizio Todeschini del bar Frigerioin piazza XX Settembre: «Basta garantire un controllo del rumore per non infastidire il vicinato: la musica è il punto di incontro tra il bar e i suo pubblico, un ingrediente importante, non un dettaglio. Dobbiamo farla crescere questa città, a cominciare da una vecchia normativa da rivedere e da correggere».
La limitazione del resto si sente, e forte, soprattutto d’estate, confessa Francesca Mascaro della Bottega del caffè Dersut: «E’ come lavorare con il freno a mano tirato, per noi che chiudiamo a tarda notte». Insomma tra Riccione la città dei morti, la giusta via di mezzo si può trovare: a crederci non solo Zamperini.
La sua battaglia viene tra l’altro sposata in toto anche da Forza Italia: il Club Forza giovani è con lui.
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