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Sabato 02 Febbraio 2013
Lecco, Shakespeare al cinema
Debutto lunedì con "Falstaff"
Esordisce con "Falstaff" di e con Orson Welles la rassegna cinematografica del Fai (Fondo ambiente italiano) dedicata a Shakespeare, al via lunedì sera, 4 gennaio, in sala Ticozzi alle 20,45.
È un film del 1966, per qualcuno non uno dei più riusciti del geniale regista, per altri «il più grande film degli anni Sessanta (forse al pari dell'odissea kubrickiana), il più innovativo, il più potente, la massima espressione di un cinema non votato alle masse o al facile successo di pubblico, ma alla costante ricerca di nuovi linguaggi, capace di innestare in una tragedia tipicamente shakespeariana gli elementi del nuovo cinema europeo, creando immagini, dialoghi e scene talmente scioccanti da risultare, ancora oggi, troppo avanguardistiche». Welles interpreta Falstaff come una vittima, il personaggio, tra i tanti che impersonò, che più gli assomiglia.
È una storia di sconfitta: Falstaff sa di esservi destinato (di qui la sua malinconia struggente); sa che la sua lezione di umanesimo va contro la storia; sa di non avere figli, ma soprattutto di essere fuori della storia. Su tutti Orson Welles, regista, attore e sceneggiatore. Sentirlo recitare in inglese è di una bellezza disarmante.
Battute, tempi, accenti, apostrofi: sembra Sua Maestà che comanda a bacchetta i sudditi. Meglio di così una rassegna cinematografica dedicata a Shakespeare non poteva cominciare.
Questo "Falstaff" di Welles è tratto da "Enrico IV", "Enrico V", "Le allegre comari di Windsor" e "Riccardo II", tutte di Shakespeare e da "The Chronicles of England" di Raphael Holinshed. Enrico IV, primo monarca dei Lancaster, regna in Inghilterra; quando muore gli succede, con il nome di Enrico V, il principe Hal che rinnega Falstaff, il suo vecchio compagno di crapule e sregolatezze e lo esilia. Insomma, una pellicola tutta da riscoprire o, per chi non l'abbia ancora "frequentata", una bella sorpresa.
Tutti i film della rassegna saranno preceduti da una presentazione critica a cura di Mino Manni. Gli incontri sono aperti a tutti, contributo libero.
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