Lecco: sempre un successo
la visita alle vecchie mura

Nel cortile della Biblioteca di Lecco c'erano più di cento persone desiderose di seguire la visita ai resti ed ai sotterranei del castello di Lecco. Un'affluenza incredibile se si pensa che una settimana prima i presenti erano centotrenta. Basta questo a far capire il successo di un'iniziativa che si inquadra nel Festival “Lecco Città del Manzoni”.

g.morassi

LECCO - Nel cortile della Biblioteca di Lecco c'erano più di cento persone desiderose di seguire la visita ai resti ed ai sotterranei del castello di Lecco. Un'affluenza incredibile se si pensa che una settimana prima i presenti erano centotrenta. Basta questo a far capire il successo di un'iniziativa che si inquadra nel Festival “Lecco Città del Manzoni”. E il suo inserimento in questa manifestazione non è certo una forzatura visto che la partenza avviene proprio da quella Biblioteca che fu nel Seicento la dimora del governatore spagnolo di Lecco, che tra l'altro fu uno dei maggiori sostenitori della costruzione del convento di Pescarenico, luogo manzoniano per eccellenza. A guidare la nutrita folla di lecchesi desiderosi di conoscere i segreti di una Lecco oggi scomparsa, è stato Luigi Rosci, ex direttore della Biblioteca civica, coadiuvato da Massimo Ferrari. Il successo di queste visite nasce forse dalla voglia di conoscere una Lecco insolita e per certi versi poco conosciuta. Ed è evidente la sorpresa dei presenti nell'apprendere che Lecco, a partire dal 1336, con Azzone Visconti, divenisse praticamente un castello fortificato a guardia di un territorio minacciato dalle mire espansionistiche della Repubblica Veneta. Saranno poi gli Sforza nel XV e XVI secolo ad intraprendere importanti interventi di sistemazione e potenziamento del castello con la creazione di un porto fortificato e del torrione della porta di Vianova situata in cima all'attuale via Bovara. La visita è poi proseguita alla Torre Viscontea in piazza XX Settembre, e a quella porzione di mura che si trovano sotto il sagrato di San Nicolò, pochi resti di quella che era la porta Santo Stefano. Si è poi passati al basamento del campanile di San Nicolò, che altro non era se non una postazione cannoniera, costruita sempre a difesa del borgo fortificato.
Infine si è arrivati nel sotterraneo della casa di riposo Borsieri in cui si sono conservati i resti delle mura e del contrafforte degli spalti.

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Domenica 31 Ottobre 2010

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