Cronaca / Lecco città
Lunedì 24 Marzo 2014
Lecco: seconde case care
Così si preferisce venderle
Tasse, spese e le rivalutazioni immobiliari si sono appiattite
A Lecco sono poco più di un migliaio gli appartamenti vuoti
Per far cassa nella crisi, ma anche solo per liberarsi del peso di Imu e spese condominiali, anche in provincia di Lecco sono sempre di più i proprietari che mettono in vendita le seconde case.
Nella sola città di Lecco sono circa 1.200 le abitazioni vuote in una fotografia abitativa illustrata dall’assessore al Bilancio Elisa Corti: «A Lecco abbiamo 21.500 nuclei famigliari, di cui 19.700 residenti. Gli appartamenti censiti sono 22.000 di cui 12.500 sono prime case e 9.500 sono immobili non abitati dal proprietario. Di questi – aggiunge – 6.000 sono affittati a canone libero con contratto registrato, 1.400 sono a canone agevolato e 900 sono abitati da famigliari in comodato gratuito. Il resto, poco più di mille, sono dunque abitazioni a disposizione del proprietario, seconde case non affittate».
«La nuova tornata di Imu e tasse ha fatto rompere gli indugi ai proprietari, che ora vogliono liberarsi delle seconde case», spiega Sergio Colombo, presidente della Fimaa-Confcommercio provinciale, la federazione dei mediatori d’affari. «Chiariamo – afferma Colombo – che ciò non riguarda il mercato delle case vacanza, che ha dinamiche proprie, bensì gli immobili ricevuti generalmente in eredità, scarsamente o per nulla utilizzati e che trovano la principale molla alla vendita nei costi di mantenimento». A tasse e spese si aggiunge «il fatto che con l’euro le rivalutazioni immobiliari si sono via via appiattite».
Così si immette nuova offerta in un mercato già saturo, dove a fare la differenza sono le pretese economiche. «Purtroppo – aggiunge Colombo – le aspettative dei proprietari sono maggiori di quel che il mercato può concedere. Bisogna capire che il prezzo lo fa il mercato e a chi non lo accetta consiglio solo di togliere la casa dalla vendita».
Sulle seconde case non paga neppure stabilire arbitrariamente un prezzo e mettersi tranquilli in attesa perché tanto non si ha fretta di vendere: «In questa categoria – spiega Colombo – entrano proprio quegli appartamenti che vediamo ancora fermi in attesa da 2-3 anni, segno che a un certo punto nessun operatore vuole più prenderli in considerazione». La strada giusta, spiega, «passa dalla conoscenza del mercato e, se non si hanno tempo e competenze per valutazioni proprie, è bene affidarsi per le varie zone a una delle nostre agenzie accreditate, facilmente rintracciabili chiedendo in Confcommercio. Ma per farsi un’idea corretta del prezzo resta valido il consiglio – aggiunge – di fare personalmente un sondaggio fra gli operatori della zona d’interesse».
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