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Sabato 21 Gennaio 2012
Lecco: sale la protesta
degli autotrasportatori
«Siamo costretti a rubare per sopravvivere», è l'affermazione provocatoria di Luigi Longoni, presidente dei piccoli autotrasportatori, i "padroncini", della Confartigianato di Lecco, strangolati dai costi del carburante e della concorrenza dei colleghi stranieri.
«Rubiamo - chiarisce Longoni - nel senso che l'uso di una calamita per falsificare le ore di viaggio di ciascun camionista, che vengono registrate sul tachigrafo digitale, è ormai un sistema diffuso per poter restare in strada più ore, nel tentativo di riuscire a guadagnare qualcosa». Uno degli escamotage per riuscire a garantirsi uno stipendio mensile.
Ma non sempre riescono a farla franca: «Un mio autista ha ricevuto proprio ieri una multa di 700 euro per aver superato di dieci minuti il massimale di nove ore di viaggio consentito dalla legge. Così non ce la facciamo», continua il presidente.
Un altro sistema è quello di caricare i camion con più merce di quanto consentito: «Per far piacere a qualche azienda che risparmia sul numero di viaggi - dice Longoni -. Anche questo è illegale, e per questo abbiamo stabilito delle tariffe minime per garantire una soglia di sicurezza, anche se qualche azienda ha prontamente fatto ricorso al Tar per abolirle. Sono le stesse aziende che chiedono di aumentare il volume del materiale da trasportare. L'alternativa è non lavorare».
In Confartigianato un'assemblea degli aderenti alla categoria con l'adesione del 90%: presenti un centinaio, molte le lamentele e le richieste.
«A partire dal costo del carburante alle stelle - racconta Longoni - La quota di accise aggiuntive, stabilite dal Governo per garantire maggiori introiti, viene rimborsata. Nel 2010 il rimborso era di 19 euro ogni mille litri, nel 2011 è schizzata a 190 euro e nelle prime settimane del 2012 siamo quasi a 195 euro. Il problema è che un camionista consuma 4 mila litri al mese, che fanno 760 euro di rimborso, cioè 8.500 euro in un anno, ma questi soldi vengono risarciti con anni di ritardo e adesso che c'è poco lavoro non riusciamo più a garantire gli anticipi. Attualmente stiamo lavorando esclusivamente per coprire le spese».
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