Il profilo Whatsapp di Marco Corti accoglie con un “non mollare mai”.
Chi è Marco Corti? È l’amministratore delegato della Co. Stamp di Sirone, azienda che produce stampi per l’alluminio, fa 46,2 milioni di fatturato e occupa 240 persone. È una delle eccellenze imprenditoriali lecchesi. A gennaio, Co.Stamp sarà la prima impresa manifatturiera lecchese a entrare in borsa. Non è una notizia da classificare tra le curiosità. È la certificazione della crescita di un’azienda e anche della cultura imprenditoriale lecchese. Perché quotarsi in borsa implica il rispetto di regole e procedure che possono essere applicate solo da aziende con una struttura e una cultura manageriale, anche se l’assetto proprietario (come nel caso della ditta di Sirone) resta familiare.
La Co.Stamp che entra in borsa è il ritratto dell’evoluzione che l’imprenditoria lecchese ha avuto nei dieci anni della crisi.
Si dice che ciò che non uccide fortifica, che è un altro modo per declinare il “non mollare mai” di Marco Corti. È lo spirito che ha animato tante imprese lecchesi che hanno attraversato la recessione e ne sono uscite più forti e flessibili, e perciò capaci di affrontare i cigni neri che in ogni momento possono volare sui mercati mondiali.
Anche nei periodi più duri, Lecco ha mantenuto una forte cultura d’impresa e ha potuto contare su competenze tecniche di qualità. Poggiando su questo substrato sociale e culturale depositatosi nei decenni, le aziende hanno capito che bisognava saper cambiare e innovare i processi di produzione, i prodotti, l’assetto gestionale ed organizzativo. Un esempio per non stare troppo sul teorico. Citiamo ancora la Co.Stamp, ma l’esempio calza anche per il gruppo Fontana di Calolziocorte. Negli anni, l’industria dell’auto ha trasferito le produzioni più povere nei paesi dove il lavoro costa meno. Aziende come Co.Stamp e Fontana cosa potevano fare? Sono cambiate, si sono trasformate. Hanno chiamato tecnici e ingegneri per trovare nuove soluzioni nell’alluminio, un materiale che oggi viene largamente impiegato nelle vetture di fascia alta, dove è più difficile essere aggrediti dai concorrenti e dove più elevato è il valore aggiunto delle produzioni.
E se il mercato interno è stato e continua ad essere un pianto, le imprese eccellenti hanno saputo conquistare la fiducia dei clienti esteri con la tecnologia e la qualità dei prodotti, oltre che con la storica capacità di risolvere i problemi (il problem solving tipico dei tecnici lecchesi). In definitiva, in questi anni gli imprenditori hanno fatto un salto culturale ed oggi le aziende che guidano sono leader mondiali di nicchie di mercato più o meno ampie.
Sul giornale di oggi scriviamo della Co.Stamp che va in borsa, ma un mese fa riportavamo l’analisi di una società di consulenza che indicava nella Colombo costruzioni di Lecco, nella Edilsider di Calolziocorte e nella Gattinoni viaggi di Lecco le prime tre imprese italiane per produttività. Abbiamo citato cinque marchi conosciuti nel mondo, ma di esempi se ne potrebbero portare altri. Senza esagerare, è un elenco che contiene centinaia di aziende lecchesi.
Sono queste realtà che stanno spingendo la ripresa della manifattura lecchese, l’aumento dei fatturati e dell’export. E che, con collaborazioni, con rapporti di fornitura e attraverso un processo di imitazione, possono trasmettere un contagio positivo a tante altre imprese, quasi sempre più piccole e meno strutturate, che ancora non sono riuscite a fare il salto nella nuova cultura imposta dalla globalizzazione.
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