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Martedì 24 Luglio 2012
Lecco: resta l'incertezza
sul futuro dell'Arlenico
Lucchini è un boccone troppo grosso per i potenziali investitori e la sede lecchese dell'Arlenico rischia di restare senza futuro perché nessuno vuole acquisire il gruppo.
Si è tenuta ieri pomeriggio un'assemblea sindacale alla quale hanno partecipato i 100 dipendenti della sede lecchese del colosso siderurgico che ha la sede principale a Piombino, in provincia di Livorno, dove si trova l'altoforno da cui vengono prodotte le billette utili alla produzione del filo metallico realizzato dall'acciaieria Lucchini di Lecco. Nel corso dell'assemblea i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil hanno riportato una serie di informazioni davvero poco incoraggianti che vengono dalla direzione manageriale del gruppo Lucchini, incontrata settimana scorsa.
Il motivo di maggior preoccupazione è la grave crisi che sta interessando la siderurgia italiana. Infatti l'altoforno di Piombino ha cessato la produzione a metà mese e di conseguenza anche i lavoratori lecchesi dell'Arlenico sono senza lavoro dallo scorso 16 luglio e potranno tornare in azienda solo a metà settembre, quando è previsto l'arrivo di qualche ordine: «L'azienda sta lavorando al 50% della sua capacità produttiva, ma le prospettive non sono buone», spiega Giovanni Gianola della Fim Cisl.
La crisi finanziaria e di mercato della Lucchini e la fermata di gran parte degli impianti avranno grosse e pesanti ricadute sulla tenuta dell'occupazione diretta e dell'indotto.
Il timore è che a settembre l'intero sistema economico e industriale del settore siderurgico subisca un'ulteriore frenata d'arresto, che si sommerà a quella oggi in atto. I sindacalisti di Lecco hanno già concordato con l'azienda la sigla di una seconda annualità di contratto di solidarietà, che permetterà ai lavoratori di mantenere circa l'80% del loro stipendio fino a settembre 2013, anche se il futuro è davvero molto incerto, soprattutto perché il piano di vendita del gruppo a potenziali investitori si è arenato.
Infatti il gruppo Lucchini, di proprietà dei russi della Severstal, ha presentato al Tribunale di Milano un piano industriale che prevede la vendita in blocco di tutte le sedi dell'azienda siderurgica (Piombino, Lecco, Condove e Trieste) per riuscire a rientrare dalla difficile situazione finanziaria e onorare il piano di rientro siglato con le banche.
Tuttavia il nuovo amministratore delegato di Lucchini, Francesco Chindemi, ha espresso molte preoccupazioni sulle prospettive del gruppo, soprattutto perché non è ancora stato individuato nessun investitore pronto a rilevare l'azienda.
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