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Giovedì 27 Settembre 2012
Lecco più forte
sul mercato russo
Con 39 milioni di euro nelle esportazioni nel primo semestre del 2012 e una crescita del 10% su base annua la Russia si riconferma il primo Paese Brics d'interesse per il Lecchese.
Alla crescita delle esportazioni soprattutto manifatturiere con una minima parte anche nei prodotti agricoli ha fatto fronte un notevole calo delle improtazioni (-37% in un anno), che da gennaio a giugno scorsi sono state pari a 6,5 milioni di euro, secondo dati Istat elaborati dall'ufficio studi della Camera di Commercio di Milano.
Con oltre 75 milioni di import dai Paesi Brics e oltre 93 di export nei primi sei mesi del 2012, Lecco costituisce l'1% dell'import lombardo e il 2,2% delle esportazioni.
Se la variazione complessiva delle importazioni fra quest'anno e il 2011 è negativa (-28,5%, molto più del dato lombardo che è del -10,9%) l'export ha una percentuale di crescita fortemente positiva, con un +27,5% che distacca fortemente la media lombarda, pari a solo lo 0,1%.
Per molti i primi passi vengono mossi con la partecipazione a fiere di settore ma, quasi sempre, inserendosi in una missione consortile, l'ultima delle quali in ordine di tempo è stata realizzata nell'aprile scorso da Co.Export, il consorzio per l'esportazione che fa capo alla Compagnia delle Opere.
Nel tempo la Russia ha offerto alle imprese locali svariate opportunità, soprattutto se si affronta il Paese utilizzando a fondo le "basi" logistiche, organizzative e di supporto gestionale che pure non mancano, dall'Agenzia per la Russia, a cui come sistema lombardo aderisce anche l'ufficio estero di Api e Confartigianato, a Promos, agli uffici Ice alle antenne del sistema lombardo fino al supporto di grandi gruppi bancari nazionali che in Russia hanno ormai sviluppato una notevole penetrazione.
Chi conosce bene la Russia, come l'imprenditore Paolo Colombo, riferisce di un Paese non facile dove è necessario dotarsi di referenti locali di fiducia. Le condizioni di base per partire anche con un'attività solo commerciale richiedono «idee chiare - dice Colombo - su come andare a insediarsi, a produrre o a vendere organizzando robuste relazioni logistiche in un luogo, come Mosca, dove tanti esportatori hanno agenti sul posto», visto che tutto passa dalla convinzione dell'imprenditore di fidarsi delle competenze che gli stanno intorno.
«È un Paese - dice Colombo - che di certo ha risentito degli anni della crisi, ma in modo anomalo in quanto, essendo in forte sviluppo, intercetta facilmente la crescita ma altrettanto rapidamente, proprio perchè persiste una fragilità di fondo da nuova economia, registra le flessioni».
Flessioni che ci sono state fra il 2008 e 2009 ma che l'imprenditore lecchese ha preso come occasione per fare una migliore selezione dei suoi distributori locali. L'imprenditore concorda nel dire che è un mercato dalle incredibili occasioni, ma a frenare le imprese più piccole rimane la sua caratteristica di un mercato dove entrare non è semplice anche per la difficoltà di reperire informazioni doganali (i rapporti con le dogane sono fra i più difficili) e di dotarsi delle numerose certificazioni necessarie a operare.
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