Homepage / Lecco città
Giovedì 14 Febbraio 2013
Lecco: in piazza
i costruttori edili
C'era anche una rappresentanza lecchese alla Giornata della collera, organizzata a Milano dagli imprenditori delle costruzioni. A guidare i lecchesi, Arnaldo Redaelli, imprenditore edile di Galbiate e presidente dell'Ana Epa (le imprese dell'edilizia associate a Confartigianato nazionale).
Diecimila caschetti gialli da lavoro hanno punteggiato il selciato di piazza Affari, a Milano. La manifestazione è stata organizzata «per dichiarare la volontà di fermare un inarrestabile declino e per rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica dell'intero paese».
La protesta è anche un appello alla politica in vista delle elezioni. Secondo gli organizzatori della "Giornata della collera" nel settore «la perdita produttiva tra il 2008 e il 2012 ha ormai raggiunto il 26% in termini reali, ovvero 23 miliardi di euro in meno, e ha riportato i livelli di produzione a quelli di 40 anni fa».
La Giornata della collera è servita anche per ricordare che una domanda aggiuntiva di 1 miliardo nelle costruzioni genera una ricaduta complessiva nell'intero sistema economico di 3.374 milioni e un aumento di 17mila occupati.
Alla giornata hanno preso parte più di mille persone e la protesta simbolica per denunciare lo stato di profonda crisi del comparto è passata per i caschetti gialli, che rappresentano idealmente i posti di lavoro persi a Milano nel 2012.
Milano è stata scelta per la protesta perchè ospiterà l'Expo 2015 e perchè nel capoluogo lombardo si trovano la maggior parte delle imprese della filiera e il più alto numero di lavoratori del comparto.
Nel presentare l'iniziativa, Redaelli aveva sottolineato: «Non sono gli Stati generali dell'edilizia, ma l'incontro milanese riunirà una quota importante del settore. Osserveremo l'esito per fare, prima delle elezioni, una manifestazione nazionale. Siamo in un momento drammatico e nella giornata di protesta chiederemo impegni precisi», a partire dal credito, «ossigeno delle imprese - dice Redaelli - in un settore in cui bisogna anticipare ogni costo prima della vendita. Ora le banche dicono di voler riaprire il credito non tanto alle imprese di settore ma ai mutui alle famiglie, ma ciò è a fronte di richieste esasperate di garanzie. Un conto è dare soldi perchè si decide di aumentare la disponibilità di risorse da mettere a disposizione, altro è darli come sta accadendo, in una valutazione restrittiva in cui si considera il cliente come uno che non è in grado di rimborsare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA