Lecco, pensioni dei morti
«Difficile farla franca»

Parla il direttore dell'Inps, Andrea Pasta: «Il caso lecchese non è un'anomalìa vistosa, solo il frutto di un controllo aggiuntivo. Grazie ai collegamenti telematici con i Comuni ormai le frodi sono destinate a estinguersi»

LECCO - L'Inps di Lecco nell'occhio del ciclone: sbattuta in prima pagina per il caso dei trecento furbetti che si sono intascati la pensione del parente morto.  Dopo la prima reazione di scandalo per i tanti -  che non pensavi -  lecchesi disonesti, il secondo pensiero di preoccupazione e riprovazione è per  l'ufficio locale dell'Istituto di previdenza, 125 dipedenti in via Igualada: un colabrodo da cui possono scivolare inosservate    scorrettezze e frodi ai danni dello Stato e dei contribuenti?
«Ma quando mai». Il direttore Andrea Pasta da tre anni   alla guida dell'Inps ci tiene a spegnere ogni allarme: «Anche da Roma ci hanno chiesto spaventati cosa è successo. Ma non è successo niente di particolare: solo un controllo aggiuntivo a maggior garanzia che ha messo in evidenza alcune anomalìe. Un caso, questo, che non sta a significare una disfunzione nostra e nemmeno,  va detto, un comportamento particolarmente criminale da parte dei lecchesi. Siamo nella media, sono certo, anzi forse siamo anche messi meglio. Se  si facessero controlli aggiuntivi  come questo avviato dalla Guardia di Finanza con la quale abbiamo collaborato per controllare diecimila posizioni sospette dal 2006, ovunque emergerebbero situazioni da sanare».

Situazioni che, per quanto riguarda Lecco, non rivelano una particolare attitudine a delinquere, secondo Pasta: «Va detto che, a parte un caso, tutte le posizioni rilevate riguardano pensioni già eliminate, non più in corso. La maggior parte dei casi  infatti si riconduce a una rata percepita indebitamente dagli eredi, quasi mai per dolo, ma per la comunicazione del decesso recepita  anche di pochi giorni  in ritardo così che è stata accreditata. E poi tutto è stato regolarizzato. Solo cinquanta risultano le denunce e in tutti gli altri casi si è proceduto al recupero dei soldi.  Un recupero in via amministrativa per piccole somme : se il debito con l'Inps  viene saldato, come è avvenuto nella maggioranza dei casi , bene, altrimenti si procede per vie legali».
Dice Pasta che grazie ai collegamenti telematici con i Comuni è sempre più difficile frodare l'Inps.

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