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Venerdì 01 Marzo 2013
Lecco: le nuove norme
per accedere alla mobilità
Ora ci sono disoccupati di serie A e disoccupati di serie B. Ci sono quelli che hanno perso un lavoro in un'azienda che aveva più di quindici dipendenti e che potranno accedere alle liste di mobilità. E poi ci sono i lavoratori delle piccole imprese che da gennaio non hanno più di fatto la possibilità di iscriversi alle liste di mobilità.
È successo che la legge di stabilità non ha rifinanziato la piccola mobilità destinata, per l'appunto, alle aziende con meno di quindici dipendenti. Ciò ha di fatto comportato l'impossibilità per i suddetti lavoratori di iscriversi alle liste di mobilità e parimenti non sono stati rifinanziati gli incentivi per le aziende che assumono.
Il problema sta diventando un problema sul territorio, come conferma il sindacato. I due terzi dei licenziati proviene da piccole imprese e nel 2012 si scopre che ogni dieci persone che hanno trovato un lavoro, sette provengono proprio dalle liste di mobilità.
«L'ultima riforma del governo Monti ha cancellato gli incentivi per le aziende che potrebbero essere interessate ad assumerli e che finora avevano potuto accedere agli sgravi contributivi» - conferma Giorgio Carnicella della Cgil.
Carnicella spiega: «La mancata proroga degli sgravi sta creando un disastro sotto il profilo occupazionale. Alla camera del lavoro stanno arrivando numerose segnalazioni a tal proposito. Senza gli incentivi i lavoratori che hanno perso il lavoro nelle piccole imprese dell'artigianato, dell'edilizia e del commercio vengono particolarmente penalizzati rispetto a quelli che invece sono stati licenziati dalle grandi aziende. Una disparità ingiustificata».
Questo significa che degli 84 licenziati di gennaio solo 10 potranno avere lo sgravio fiscale in caso di nuova assunzione perché erano alle dipendenze di una media o grande azienda, mentre gli altri 74 non potranno giocarsi questo piccolo asso nella manica per farsi assumere da una nuova azienda.
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