Homepage / Lecco città
Venerdì 18 Maggio 2012
Lecco: nelle reti d'impresa
ci sono troppi buchi
«Il contratto di rete? Per ora è solo un grattacapo», a parlare è Luigi Pescosolido, rappresentante della rete Metalfastener di Lecco, che come alleanza fra sei imprese (Rapitech, Colombo Giovanni, Dell'Era Ermanno, Frl, Frigerio Ettore, Piloni) nasce nel 2008 per favorire l'internazionalizzazione.
Metalfastener è una delle prime reti nate sul territorio lecchese e come tale sta affrontando una serie di difficoltà provocate dalla mancanza di decreti attuativi rispetto alle norme del contratto di rete che teoricamente è completo, ma non è di difficile attuazione.
«C'è scontento rispetto al contratto di rete perché, a un anno di distanza dalla sua nascita, ci sono ancora dubbi su come comportarsi nel caso di fatturazioni, eventuale assunzione di personale o beni in comune fra le reti», tutto questo nonostante la rete d'impresa sia interpretata da molti esperti di economica come il sistema per affrontare la crisi economica.
«Inizialmente la Camera di commercio e le associazioni di categoria ci avevano garantito supporto, finanziamenti, rimborsi e agevolazioni se avessimo dato vita a un contratto di rete - spiega Pescosolido - per i soli costi notarili ognuno di noi ha speso 1.300 euro, ma in cambio non abbiamo ricevuto alcun supporto, al contrario non sappiamo a chi rivolgerci per chiarire i dubbi sul corretto uso del contratto rete dal punto di vista giuridico e fiscale».
Attraverso il contratto di rete, che non ha una propria partita Iva, non è possibile fatturare e quindi un potenziale cliente estero non può acquistare un prodotto dalla rete, ma deve passare da una delle imprese associate, così come non è possibile fatturare i costi e le spese per fiere all'estero e non è consentito assumere personale.
Sono un miraggio anche i decantati vantaggi di finanziamento da parte degli istituti di credito, che avrebbero valutato positivamente (con un rating più alto) l'iniziativa di alleanza fra le imprese: «Le banche non riconoscono la rete d'impresa quale ente giuridico al quale concedere un prestito - racconta l'imprenditore - perché in caso vi fossero problemi nel ripianamento del debito l'istituto di credito non avrebbe un'azienda, un ente al quale rifarsi». Tanti i punti controversi che attendono un chiarimento: «Il contratto di rete è stato caldeggiato dalle associazioni e dalle Camere di commercio, ma manca di una pianificazione e di una serie di norme precise sul suo utilizzo. Il rischio per noi imprenditori è di commettere errori di interpretazione e dover scontare errori giuridici e fiscali, e né le associazioni, né la Camera di commercio ci sanno dare un aiuto in tal senso. A conti fatti siamo contenti della rete, quale alleanza fra le nostre imprese, e i risultati ci sono, mentre al momento il contratto di rete è inutile».
© RIPRODUZIONE RISERVATA