Cronaca / Valsassina
Mercoledì 03 Febbraio 2016
Lecco. Micro imprese,
come difenderle nel mondo
La registrazione del marchio di fabbrica consente di tutelarsi dagli abusi dei distributori: la Ilario Fazzini, da Premana esporta in Australia
“Le nostre piccole imprese che vendono all’estero – afferma Paolo Grieco, responsabile del servizio competitività di Confartigianato Lecco – si appoggiano a distributori che possono purtroppo occultare completamente le potenzialità di un prodotto sul mercato, perché le loro logiche complessive di vendita e quindi di veicolazione dei prodotti sono indipendenti dagli interessi delle piccole imprese. E se un’eventuale discussione con il distributore dà esito negativo ci sono interi mercati che improvvisamente si chiudono. Perciò – aggiunge Grieco – chi vuole tutelarsi su un preciso mercato ha lo strumento della registrazione di un marchio, a cui si subordina il distributore”.
A farsi aiutare dall’associazione per il recente sbarco all’estero e la registrazione dei marchi su mercati mondiali è una micro impresa di Premana, la “Ilario Fazzini” di Premana, continuazione di un’attività che a fine Ottocento produceva forbici e che in seguito, con l’adozione del marchio “PaFaRo” segna una svolta con nuovi articoli e brevetti registrati. Poco dopo il 1960 inizia a produrre rasoi e, qualche anno dopo, articoli da pedicure, fino, a fine anni Novanta, alle lame monouso per podologia, fino alle strutture dei rasoi da barba realizzate, per la parte in legno, in collaborazione con un artigiano del legno di Monte Marenzo. Nel frattempo è stato introdotto anche il marchio “Fatip” per i rasoi, ora registrato per la protezione del prodotto in mezzo mondo.
In questi giorni Fazzini aderisce al bando ministeriale “Marchi +2” visto che in pochi mesi ha concluso le registrazioni del proprio marchio oltre che sul mercato europeo anche negli Stati Uniti, in Australia e Cina dove l’imprenditore, 61 anni, esporta i prodotti che realizza senza dipendenti e con il suo lavoro unito a quello dei suoi due figli di 24 e 34 anni.
“Con il bando – spiega Ilario Fazzini – contiamo di riuscire a recuperare le spese sostenute per registrare il nostro marchio Fatip a livello europeo e internazionale. Lo abbiamo fatto per proteggere le nostre vendite in Australia, dove abbiamo un cliente importante che sta lavorando molto bene su quel mercato. E già che c’eravamo lo abbiamo registrato anche in Cina”.
“La cosa interessante – spiega Paolo Grieco – è che l’esperienza di Fazzini mostra che la necessità di tutelare il marchio di un’impresa la cui qualità artigiana è riconosciuta su mercati lontani per il suo valore intrinseco. Per capirci, un grosso marchio famoso nel mondo è già di per sé garanzia di qualità; in questo caso invece la qualità è riconosciuta per come si mostra il prodotto, prima del nome, e nonostante ciò è soggetta a copiature e contraffazioni. Perciò, a maggior ragione va protetta”.
“Noi – spiega Fazzini – vendiamo in gran parte in Italia, ma l’anno scorso, in settembre, in Australia si è aperto un mercato molto importante. Abbiamo scelto di realizzare un prodotto che si colloca a metà strada fra la produzione tedesca, dominata da 2-3 grandi marchi, e quella realizzata in un Paese low cost come il Pakistan. Su questa scelta di buon equilibrio fra qualità e prezzo ci si stanno aprendo nuovi mercati. Siamo contenti, è la strada giusta”.
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