Cronaca / Lecco città
Lunedì 01 Febbraio 2016
Lecco. Metalmeccanici
Nel contratto cento euro in più
È la richiesta dei sindacati, stavolta uniti, entrata nel vivo la discussione con Federmeccanica. In provincia sono 15mila i lavoratori interessati
Sono circa quindicimila i lavoratori metalmeccanici dell’industria in provincia di Lecco interessati al rinnovo del contratto nazionale di lavoro che ora, a quattro mesi dall’inizio del confronto fra Fiom, Fim e Uilm entra nel vivo della trattativa.
Con l’incontro di giovedì scorso a Roma, in Confindustria, fra segreterie sindacali e Federmeccanica sono stati programmati otto incontri fra le parti e quattro tavoli tecnici di lavoro (per il 5, 10, 24 e 25 febbraio). Poi si continua accorpando i tavoli in due incontri (1 e 2 marzo) e un altro incontro di sintesi il 9 marzo, prima dell’incontro in plenaria del 15 marzo.
Alle trattative i sindacati si presentano uniti anche se con due piattaforme diverse, quelle di Fiom e di Fim-Cisl, a confronto con quella degli industriali di Federmeccanica.
«Direi che ora – afferma Giorgio Ciappesoni, segretario di Fim-Cisl di Lecco e Monza – si entra nel merito dei contenuti. È innegabile che le distanze fra le piattaforme ci siano, ma ora tutti dovremo fare passi avanti a riprova che ci sia un’effettiva volontà di trovare una mediazione. Ricordo – aggiunge – che nelle proposte sindacali il tema salariale c’è ed è rilevante, tuttavia c’è anche altro che, avendo comunque un costo quindi un valore economico, costituisce indirettamente altra forma di salario».
«Da Federmeccanica – conclude Ciappesoni – fino ad oggi abbiamo sentito soltanto parlare di quanto le aziende siano in crisi, di quanto abbiano perso in fatturato, fino al confronto economico con situazioni post belliche. Ora ci aspettiamo toni diversi anche perché, a differenza del passato in cui tutti le soluzioni per i rinnovi di contratto sono arrivati prima della scadenza, ora siamo già oltre».
Tema principale in discussione è la questione salariale. Per Fim e Uilm la richiesta è di aumento salariale di 105 euro richiesti al quinto livello su tre tranche a partire dal mese di gennaio di ciascuno dei tre anni di contratto. Per la Fiom-Cgil l’aumento non deve riguardare solo la copertura della perdita del potere d’acquisto ma deve includere anche una quota rivista ogni anno in base all’andamento del settore. Su tutto ciò, confermano i sindacati, non ci sono muri ma trattative in corso.
Gli altri temi riguardano il welfare, la sanità integrativa e la formazione professionale.
«Sulla questione salariale – afferma Enrico Civillini, lecchese e segretario regionale della Fim Cisl – la parte datoriale sembra voler concedere aumenti soltanto per quei lavoratori che superano quel salario di garanzia che Federmeccanica vorrebbe portare nel contratto. Ma a quel punto ne sarebbe investito solo il 5% dei lavoratori, e se la cosa continua ad esserci posta in questo modo resterà per noi irricevibile».
Rispetto all’impostazione della Fiom, Civillini spiega che «visto che tutti diciamo che il sindacato deve essere meno centro e più periferia, allora la maggiorazione salariale in base ai risultati aziendali deve passare dalla contrattazione di secondo livello e non da quella nazionale».
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