Cronaca / Lecco città
Mercoledì 06 Novembre 2013
Lecco: metalmeccanici
Il lavoro sta svanendo
Cresce ancora il numero di licenziamenti nel settore metalmeccanico
Nel solo mese di ottobre hanno perso il lavoro 10 persone, altre 17 a settembre e complessivamente, dall’inizio dell’anno il conto ammonta a 313 licenziati, il 132% in più rispetto allo stesso periodo del 2012.
Una vera e propria emorragia inarrestabile nel settore metalmeccanico e alla quale il segretario regionale Mirco Rota vorrebbe dare un taglio: «In Regione i licenziamenti nelle medie e grandi imprese lombarde sono 608 nel solo mese di ottobre, serve una legge regionale sui contratti di solidarietà», che sono l’unica arma nell’immediato per ovviare al taglio dei dipendenti in organico.
«A ottobre c’è stato un lieve calo rispetto al mese precedente, ma la tendenza è in forte aumento su base annua – spiega Rota - Si registra infatti una preoccupante impennata a livello regionale. Rispetto al periodo di gennaio-ottobre del 2012, i licenziamenti sono aumentati del 128% a livello regionale. Il quadro generale desta grandissima preoccupazione, si tratta di un problema da non sottovalutare, che non può lasciare assolutamente indifferenti i politici e gli imprenditori».
Lecco è una delle province che vede peggiorare maggiormente le percentuali di licenziamenti rispetto al 2012, mentre Bergamo e Pavia sono in assoluto le province più colpite dalla scure dei licenziamenti.
Significativo anche l’aumento degli esuberi a Milano e in provincia di Monza e Brianza.
«I numeri dicono che i licenziamenti sono in forte aumento. La tendenza parla in modo chiaro - constata Mirco Rota - Sono cifre molto pesanti sulle quali la politica deve riflettere. Sarebbe utile e necessario arrivare a una legge regionale di sostegno ai contratti di solidarietà», che hanno il vantaggio di mantenere in forze l’intero organico riducendo l’orario di lavoro a tutti, così da evitare l’impoverimento dal punto di vista della manifattura.
«Chiediamo alle forze politiche regionali di prendere atto della gravissima situazione e di dare vita, attraverso un doveroso atto di responsabilità, a un provvedimento che serva a ridurre l’orario di lavoro e a mantenere in contatto con le aziende i lavoratori». Perché, come spiega il sindacalista, ogni giorno che passa gli operai della media e grande impresa corrono il rischio di subire le conseguenze della crisi e di una politica miope rispetto alle problematiche del mondo del lavoro: «Non si può assistere impassibili a uno stillicidio di numeri che raccontano un forte disagio nel mondo produttivo», conclude Rota.
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