Cronaca / Lecco città
Martedì 16 Maggio 2017
Lecco. L’inflazione cresce
Colpa di energia, bollette e trasporti
Calano invece i prezzi dei beni di largo consumo, i commercianti: «Rincari che penalizzano le famiglie con conseguenze negative sulle vendite nei negozi»
In aprile la media dei prezzi torna a salire e, di nuovo, non si tratta di inflazione “buona”, cioè legata a un aumento di domanda di beni di largo consumo. I prezzi dei quali, invece, rallentano.
In sostanza, un’inflazione negativa che secondo il Codacons porterà una stangata da 570 euro a famiglia, determinata dall’aumento dei prezzi energetici con effetti che ricadono su molti settori.
Dopo l’aumento medio annuo dei prezzi pari all’1,4% in marzo e dopo il dato provvisorio di un +1,8% in aprile, il dato del mese scorso supera le attese e si attesta all’1,9% tendenziale (il livello più alto da quattro anni) riuscendo anche a superare in diverse città italiane l’obiettivo del 2% fissato a livello comunitario dalla Bce. Obiettivo peraltro raggiunto in Ue in febbraio e poi di nuovo scivolato all’1,5% in marzo.
Nell’aggiornamento dei dati nazionali in aprile su base annua la nuova accelerazione dell’indice Nic è dovuta ai due comparti dei beni energetici regolamentati (+5,7%, da -1,2% del mese precedente) e dei trasporti (+5,5%, dal +2,5% di marzo).
Calano invece i prezzi su base mensile degli alimentari e dei prodotti per la cura della casa e della persona, con un -0,4% in aprile rispetto a marzo 2017, mentre sull’anno il carrello della spesa in aprile cresce dell’1,8%, in frenata rispetto al +2,3% di marzo. Per l’Istat questo è il secondo rallentamento consecutivo, dopo il +3,1% di rincari registrato a febbraio e indotto dagli aumenti record di frutta e verdura.
«È un fatto - afferma il direttore di Confcommercio, Alberto Riva - che in provincia di Lecco il commercio sia sostanzialmente fermo, a differenza di un dinamismo che registriamo nel turismo e nei servizi. I nuovi rincari segnati dall’energia e dal gas peggioreranno la disponibilità di reddito delle famiglie. Perciò come associazione stiamo insistendo sulla necessità che non ci sia un inasprimento fiscale che andrebbe a comprimere ulteriormente il reddito e quindi a far ancora calare i consumi. Ora serve una grande attenzione all’elemento fiscale - aggiunge Riva - per aiutare le famiglie a far fronte ai rincari e soprattutto a migliorare la capacità di spesa in altri settori».
A dirsi preoccupato per un’inflazione non legata al circolo virtuoso che porta consumi e lavoro è il presidente di Confesercenti provinciale, Lionello Bazzi, secondo cui «le difficoltà delle famiglie sono evidenti anche nei dati dei nostri negozianti. Va da sé che se rincarano le bollette di spese obbligatorie come luce e gas poi si riducono le spese sul resto. Il commercio continua ad essere in difficoltà - aggiunge Bazzi -, con una situazione che per i piccoli esercenti è resa più pesante dalla concorrenza della grande distribuzione».
E anche la spesa coi prezzi concorrenziali dei mercati rionali fatica ad attrarre clienti: «Può sembrare una questione secondaria- conclude Bazzi - e invece per noi è un indicatore importante dei consumi».
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