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Martedì 20 Marzo 2012
Lecco: con l'Imu raddoppia
il peso fiscale sugli agricoltori
L'Imu sarà una stangata mortale per decine di agricoltori e allevatori: l'imposta rischia mandare in default i bilanci di almeno una ventina di piccoli proprierati di aziende agricole lecchesi.
L'allarme viene dal capogruppo di minoranza del consiglio provinciale, Italo Bruseghini, che in queste settimane è stato contattato da molti agricoltori, preoccupati per l'imminente tassazione Imu: «Le disposizioni sull'Imu contenute nel decreto Salvaitalia rischiano di uccidere l'agricoltura - spiega Bruseghini - perché su terreni e fabbricati rurali, stalle e orti, andrà a gravare pesantemente il peso dell'imposta municipale. Infatti l'Imu fa crescere l'imposizione fiscale sull'agricoltura, perché il moltiplicatore della rendita catastale dei terreni, rivalutata del 25%, passa da 75 a 120 e l'aliquota cresce fino allo 0,76%». Mentre per quanto riguarda l'abitazione rurale non sono previste particolari agevolazioni (l'aliquota è dello 0,4%, con moltiplicatore di 160).
Con l'Ici i fabbricati rurali non erano soggetti a imposizione, in quanto si riconosceva la loro natura di beni strumentali per la produzione agricola e si assoggettavano a imposta solo i terreni. «La nuova disposizione, quindi, introduce un'assoluta novità che aggrava il peso fiscale sul settore agricolo, che dispone di patrimoni ma produce piccoli redditi». Insomma, non si è fatta alcuna distinzione fra imprese agricole, con scarsi guadagni, e imprese industriali.
Secondo stime delle organizzazioni di categoria, con i nuovi provvedimenti si raddoppia il peso fiscale all'agricoltura, in un momento in cui il maggiore costo dell'energia e dei carburanti in particolare fanno lievitare i costi di produzione e riducono i profitti, visto che i prodotti si confrontano in un mercato fortemente concorrenziale.
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