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Lunedì 04 Febbraio 2013
Lecco: l'Imu di giugno?
Rischia di essere più cara
E' cambiato l'anno, ma l'Imposta municipale unica, che anche i lecchesi hanno imparato loro malgrado a conoscere nel 2012, continua a far preoccupare i contribuenti, che potrebbero dover fare i conti con un nuovo incremento.
Quello che è certo è che per molti di loro l'esborso di giugno sarà ben più pesante di quello relativo all'acconto dell'anno scorso, perché sarà basato non sull'aliquota base ma su quella che è stata infine effettivamente applicata dal Comune.
Chi pensava che l'Imu, che nei mesi passati ha causato problemi a cittadini, enti locali e centri di assistenza fiscale dei sindacati, potesse entrare a regime con le stesse caratteristiche stabilite nell'anno del "rodaggio" si sbagliava.
Lo sanno bene gli amministratori comunali, che si sono già "scontrati" con la prima modifica, decisa nell'ambito della legge di stabilità. Di fatto, l'intero gettito dell'imposta relativa a abitazioni, terreni e negozi resterà nelle casse dei Comuni, ma lo Stato si terrà una fetta consistente, quella dei fabbricati ad uso produttivo (categoria catastale D), per i quali non esistono detrazioni e che hanno un'aliquota base dello 0,76 per mille, in molti paesi ritoccata all'insù.
E' a causa di questa novità che diventa determinante il fondo perequativo, il cui valore si aggira attorno ai 4,7 miliardi di euro: si tratta dello strumento con il quale vengono sostenuti i Comuni con il gettito Imu più povero, a "svantaggio" di quelli che incassano di più.
In questo senso, Lecco nel 2012 ha percepito nel 3,6 milioni di euro (secondo i dati pubblicati dal Sole 24 ore), con un calo, rispetto all'anno precedente, di 61,8 punti percentuali e corrispondente a - 77 euro pro capite.
Da questo punto di vista la nostra città è tra quelle che si sono viste ridurre in modo più consistente questa partecipazione. Peggio di Lecco sta Como (- 66,3%), mentre Sondrio ha registrato un calo di 34,4 punti.
La distribuzione del fondo sperimentale di riequilibrio sarà stabilita soltanto nel prossimo mese di aprile, periodo che coincide con quello in cui gli enti locali dovranno ufficializzare le proprie decisioni in merito all'Imu. Per gli amministratori, quindi, si parla di un anticipo di otto mesi rispetto al termine fissato lo scorso anno, quando parecchi Comuni sono comunque andati in difficoltà. Nessun beneficio si avrà, sotto questo punto di vista, dalla possibilità di presentare i bilanci preventivi entro il 30 giugno di quest'anno.
Di sicuro, l'Imu peserà di più sulle tasche dei contribuenti già in occasione dell'acconto di giugno, a causa del calcolo effettuato sulle aliquote "piene", mentre l'incertezza degli introiti che già l'anno scorso ha spinto alcuni Comuni ad aumentare le aliquote, potrebbe produrre effetti analoghi.
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